23 febbraio 2013
Tags : Beppe Grillo
Appunti dal libro
Euro «Beppe Grillo – La Polonia non ha l’euro e non rischia nessun default. La Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Italia con l’euro invece sì. Se l’anno scorso l’Italia di Berlusconi fosse fallita, con un debito di 1900 miliardi, di cui metà circa (almeno 900 miliardi) in mani straniere, allora Germania e Francia, le nostre maggiori creditrici, sarebbero fallite insieme a noi, portandosi dietro tutta l’Europa. Così ecco arrivare Monti, praticamente un curatore fallimentare, che ha il compito di far recuperare a quelle nazioni almeno una parte dei soldi impegnati in Italia, con la garanzia di costruire sette centrali nucleari, privatizzare l’acqua, l’elettricità, i rifiuti, di spossessarci della nostra sovranità. Se io posseggo il tuo debito, tu diventi mio schiavo, ti posso dettare le mie condizioni.
«Poi arriva Fukushima, il nucleare non si fa più, il referendum sull’acqua non permette l’avvio della privatizzazione verso la multinazionale francese Veolia, e così la Francia, con un’esposizione di circa 400 miliardi di Bot e Cct ormai deprezzati del 30-40 per cento, consente, d’accordo con la Germania, che Mario Draghi eroghi prestiti alle banche europee all’inizio del 2012 per almeno 1000 miliardi, finanziati ovviamente dai governi europei.
«Centinaia di miliardi arrivano così dalla Bce alle nostre banche con un interesse dell’uno per cento, le banche li usano solo per comprare titoli di nuova emissione e ricomprare i titoli dalle banche tedesche e francesi in modo da fermare o ridurre la speculazione sull’Italia. Non un euro viene più prestato alle imprese che sono in asfissia di liquidità. La sola cosa importante per la Francia e la Germania è non perdere quanto investito, gli italiani in pratica si stanno dissanguando per ricomprare il loro debito.
«Quando Francia e Germania avranno ripreso la maggior parte del credito maturato (in poco più di un anno hanno già recuperato il 35 per cento del totale), si disinteresseranno di noi e non ci sarà più la minaccia dello spread. Intanto diventeremo sempre più poveri e meno competitivi.
«Dario Fo – Questa è la ragione per cui Monti è molto rispettato all’estero.
«BG – Certo, perché dà fiducia ai nostri creditori. Quando si è insediato ha affermato che il nostro problema è l’enorme debito pubblico, con lui è arrivato a 2000 miliardi, in un anno ha accumulato altri 100 miliardi di debito su cui pagheremo nuovi interessi, belin. Possiamo fare tutte le manovre del mondo, ma non abbiamo speranza se non riduciamo il debito e congeliamo gli interessi. Nel 2013 pagheremo circa 90 miliardi di interessi sul debito, le nostre tasse vanno a finire nelle banche. E ogni anno sarà peggio, è una spirale che non si può arrestare con le logiche attuali di aumento della fiscalità»
Tipping point «DF – Tu dici che non ci sarà un moto, cioè che non ci sarà un’esplosione?
«Gianroberto Casaleggio – Sì, ci sarà quando finiranno i soldi per pagare chi dipende dallo Stato, allora comincerà l’assalto ai forni. Penso a disordini sociali e forse alla stessa messa in discussione dell’Unità d’Italia. Prima si cambierà il sistema, prima i responsabili si faranno da parte, più possibilità ci saranno per contenere lo sfascio e ripartire con un paese unito. Comunque è possibile che ci aspetti un tipping point, un punto di non ritorno dagli esiti imprevedibili».
Macerie «GC – Il cambiamento di sistema condiziona il voto. Nel ’48 vinse la Democrazia cristiana non per il programma, ma perché votarla significava scegliere un campo preciso.
«BG – Belin, ma allora c’era un paese in macerie! Noi abbiamo macerie ammassate in gran numero ma invisibili, che sono peggiori di quelle della guerra».
Cina «BG – Il sistema capitalista è imploso, ha vinto il comunismo cinese, che è una sorta di capitalismo rivisitato in chiave centralista. È pazzesca questa cosa. L’unico capitalismo che gode di buona salute è quello dei cinesi».
Telecom «GC – Telecom ha svenduto tutta l’informatica. Quando Telecom fu venduta a debito da D’Alema…
«DF – Dio non perdoni per l’imbecillità che ha fatto!
«GC – Telecom Italia nel 1999, con la sua cessione a debito, si è fermata, ha avuto un infarto dal quale non si è più ripresa. Se vendi un’azienda e lo fai indebitandola per circa 35 miliardi di euro, l’azienda non potrà più fare investimenti, ma dovrà solo pensare a ripagare il debito, gli interessi sul debito. Il valore azionario di Telecom Italia nel 1999 era molto più alto della spagnola Telefónica, l’avrebbe potuta comprare. Oggi è vero l’opposto e Telefónica è azionista di Telecom. La cosa straordinaria è che nessuno sembra essere responsabile di quanto accaduto, di una distruzione di risorse da far impallidire le leggende su Attila. Se una ragazza ruba una maglietta all’Oviesse finisce in carcere (è successo), se viene viceversa distrutta un’azienda con decine di migliaia di dipendenti, informatici, ingegneri, progettisti, non si rischia nulla».
Boscimani «GC – La vita non è lavorare 40 ore alla settimana in un ufficio per 45 anni. È disumano. Stavano meglio gli irochesi e i boscimani che dovevano lavorare un’ora al giorno per nutrirsi».
Metà «BG – Se produci metà materia con metà energia hai bisogno anche di metà lavoro».
Papa «GC – Non deve essere un caso che non esista un papa che si sia fatto chiamare Francesco».
Cassa integrazione «BG – Bisogna cassintegrare le persone, non le automobili».
Notizie tratte da: Dario Fo, Gianroberto Casaleggio, Beppe Grillo Il grillo canta sempre al tramonto Chiarelettere € 13,90