Rassegna, 22 febbraio 2013
Nubifragio su Catania, cittadini sui tetti
• A partire dalle 16 e per poco più di un’ora ieri Catania è stata colpita da un potentissimo nubifragio. Cento millimetri d’acqua in un’ora, quello che gli esperti meteo definiscono una “bomba d’acqua”. Il centro storico della città è stata letteralmente sommerso dall’acqua. Auto trascinate dalla corrente, palazzi, negozi e scantinati allagati, molti cittadini costretti a salire sui tetti per mettersi al riparo. Si è anche temuto per un uomo disperso, allarme rientrato dopo poco. Quindici le persone finite in ospedale. È grave un operaio, precipitato in una buca profonda otto metri, tra una cella frigorifera in cui stava lavorando e il muro perimetrale dell’azienda. [Giuffrida, Rep]
• Racconta la Giuffrida su Rep: La polemica è scoppiata immediata. La gente continuava a postare sdegnata messaggi di fuoco sui social network, mentre il sindaco Raffaele Stancanelli attaccava la Protezione civile: «È incredibile che questa volta nessuno ci abbia avvertito, diramando gli allerta». La smentita è arrivata immediata. «Il Centro funzionale centrale del Dipartimento, che sostituisce quello della Regione Siciliana, inadempiente dal 2004, nella giornata di ieri (mercoledi, ndr) ha emesso un bollettino di criticità ordinaria per le zone della Sicilia orientale. È bene ricordare — chiarisce il comunicato — che con criticità ordinaria ci si possono attendere temporali, rovesci di pioggia, grandinate, colpi di vento e trombe d’aria». Poi i tecnici passano all’attacco, chiedendo al Comune «se la città sia dotata di un piano aggiornato, e magari esercitato, di protezione civile, unico strumento che possa garantire la sicurezza dei cittadini, e se tale piano preveda l’attivazione dei presidi territoriali fondamentali in caso di eventi come quello che si è verificato oggi; la Sicilia, infatti, è l’unica Regione a non avere ancora risposto alla richiesta del Dipartimento di conoscere quanti e quali comuni sono provvisti di un piano di emergenza».