Comandini, 22 aprile 1871
• Al Senato pronuncia un abile e forte discorso il ministro Visconti-Venosta in difesa delle Guarentigie; Le dice conseguenza del programma che sempre l’Italia affermò nella Questione Romana, e cioè Roma capitale d’Italia, Pontefice indipendente, Chiesa libera
• Al Senato pronuncia un abile e forte discorso il ministro Visconti-Venosta in difesa delle Guarentigie; Le dice conseguenza del programma che sempre l’Italia affermò nella Questione Romana, e cioè Roma capitale d’Italia, Pontefice indipendente, Chiesa libera. Prospetta gli inconvenienti che derivano dalla fusione dei poteri religioso e civile del Pontefice, che non fu mai un principe nazionale, ma che rappresentò anzi un potere teocratico che si appoggiò spesso alle baionette straniere. Superfluo discutere se la Questione Romana sia internazionale o nazionale; essa è nazionale per l’affermazione del diritto nazionale su Roma, internazionale per quella parte che riguarda gli interessi religiosi di tutti i popoli cattolici, e conclude: «Se l’Italia sa ispirare fiducia, e saprà ispirarla, il mondo cattolico starà tranquillo, sapendo che dell’indipendenza del Pontefice e della libertà della Chiesa sono sicura salvaguardia la lealtà e la moderazione del popolo italiano».