Comandini, 11 febbraio 1871
• La seduta della Camera è oggi piena di emozioni, causate dalla discussione sull’art. 7 della legge delle Guarentigie, che garantisce l’immunità ai palazzi e luoghi di dimora del Papa, o che siano sedi di Conclave o Concilio
• La seduta della Camera è oggi piena di emozioni, causate dalla discussione sull’art. 7 della legge delle Guarentigie, che garantisce l’immunità ai palazzi e luoghi di dimora del Papa, o che siano sedi di Conclave o Concilio. L’articolo si chiude con una aggiunta che consente agli agenti della forza pubblica d’introdursi in Vaticano muniti di un decreto della suprema magistratura giudiziaria sedente in Roma, che presuppone la possibilità d’un ristabilimento del diritto d’asilo. L’on. Lanza, presidente, combatte l’aggiunta come offensiva per il Pontefice e contraria agli impegni presi, di fronte all’Europa, dal ministero che ha diretto l’andata a Roma. L’approvazione di quell’aggiunta provocherebbe le dimissioni del Ministero. Il relatore della Commissione, on. Bonghi, sostiene dal canto suo l’aggiunta e ne assume la responsabilità. Parla l’on. Mancini combattendo l’abolizione dell’aggiunta in questione, che ristabilirebbe il diritto d’asilo. Replica il ministro Raeli insistendo sul carattere universale del pontificato, che esige una posizione speciale, e dichiara che fra coloro che circondano il Pontefice essendovi molti che vorrebbero distrutta l’unità d’Italia, è necessario far vedere al mondo la volontà di rispettare l’indipendenza del Papa. La Camera è nervosissima. Si rimanda il seguito della discussione al 13 corr.