Comandini, 28 gennaio 1871
• Alla Camera dei Deputati, pronuncia un vigoroso e importante discorso sulle Guarentigie l’on. Mancini
• Alla Camera dei Deputati, pronuncia un vigoroso e importante discorso sulle Guarentigie l’on. Mancini. Egli dice fra l’altro che se era naturale assicurare la libertà e l’indipendenza del Papa, nessuna necessità induceva a dare garanzie alle Potenze, dalle quali non vi fu alcuna protesta per la presa di Roma. Fa passare in rivista il contegno, al riguardo, della Francia, dell’Inghilterra, della Russia. Nega che si possa chiamar Sovrano il Papa, perchè non ha più territorio. Afferma che si doveva andar cauti nel fare concessioni al Papa, perchè la Chiesa, potente, potrà abusarne. Per lui il Pontefice non è che uno dei principi spodestati. Egli si riafferma più che mai strenuo difensore del placet e dell’exequatur. Dice che il programma liberale fu quello di cacciare lo straniero e demolire il Potere Temporale. Oggi, giunti a coronare l’edificio, si vorrebbe toglierne la base. Nega che la conciliazione sia possibile avvicinando il Papa alla civiltà, ma solo avvicinando l’Italia al papismo. E conclude dicendo: «Voi volete ristabilire il regno della religione. Ed allora ditelo con coraggio, con franchezza, senza ipocrisia ...e vedremo non solo il cattolico, ma l’illustre Minghetti, memore delle tenerezze e degli amori della prima gioventù, sentir la messa in Vaticano, come gli antichi ambasciatori prima di andare a presiedere il Consiglio dei Ministri». Il discorso Mancini è onorato da vivi applausi. In fine di seduta viene presentato il progetto di legge sul trasporto della Capitale.