Rassegna, 20 febbraio 2013
Crac Alitalia, sette manager a giudizio
• Nell’inchiesta sul fallimento della vecchia Alitalia il giudice per l’udienza preliminare Vilma Passamonti ha stabilito verifiche sull’operato dei governi Amato, Berlusconi e Prodi per individuare eventuali profili di responsabilità sull’omesso controllo della situazione aziendale e sette rinvii a giudizio dei manager che hanno provocato il crac di cinque anni fa. Per gli imputati alla guida della compagnia aerea nel periodo compreso tra il 2001 e il 2007 i reati contestati, a seconda delle posizioni, sono di bancarotta per distrazione e per dissipazione: quattro miliardi di euro di perdite accumulati attraverso una serie di operazioni «abnormi sotto il profilo economico e gestionale, in sé gravosissime per un’impresa in situazione di costanti difficoltà economiche e finanziarie e dissipative delle risorse pubbliche e private amministrate perché incidenti in maniera estremamente rilevante sul patrimonio sociale, pur essendo inesistente la prospettiva di vantaggi per la società». A partire dal 18 giugno saranno processati Francesco Mengozzi (amministratore delegato di Alitalia dal febbraio del 2001 al febbraio del 2004) e Giancarlo Cimoli, suo successore da maggio 2004 a febbraio 2007. E ancora: Gabriele Spazzadeschi (ex capo dipartimento Amministrazione e finanza), Pierluigi Ceschia (ex responsabile Finanza straordinaria), Giancarlo Zeni e Leopoldo Conforti (ex funzionari adibiti alle trattative per l’acquisizione di Volare Group, Volare Airlines e Air Europe) e Gennaro Tocci (ex responsabile del settore Acquisti e gestione Asset flotta). Cimoli deve inoltre rispondere di due episodi di aggiotaggio per la diffusione di presunte notizie false al fine di ottenere variazioni del titolo Alitalia sui mercati. Il gup ha poi disposto che la Procura accerti eventuali casi di omessa vigilanza e mancati controlli da parte del collegio dei sindaci della compagnia aerea e degli organi governativi. [Haver, Cds]