Sette, venerdì 1 febbraio 2013, 20 febbraio 2013
Tags : La svolta della Bolognina
Quella quercia nata sotto il segno dell’Acquario
Sette, venerdì 1 febbraio 2013
Acquario Il Partito Democratico della Sinistra, Pds, nato il 3 febbraio 1991 durante il XX Congresso del Pci. Segno zodiacale: Acquario, secondo gli astronomi il segno che più di tutti è propenso alle svolte, alle innovazioni, anche se traumatiche.
Simbolo Il nuovo simbolo del Pds: una Quercia sopra una falce e un martello.
Occhetto Primo segretario, Achille Occhetto. Eletto cinque giorni dopo la nascita del nuovo partito perché, alle votazioni finali a chiusura del Congresso non ha ottenuto la maggioranza.
Assenti Aventi diritto al voto: 547. Assenti: 132. Voti necessari per essere eletti: 274 (maggioranza assoluta). Risultati delle elezioni: 264 favorevoli ad Occhetto, 102 contrari, 41 astenuti, 6 schede bianche e 2 voti nulli.
Johnnie Walker «Occhetto viene sorpreso dalle telecamere del Tg3, e da un inviato de La Stampa, Fabio Martini, mentre cerca di stordirsi (o di riprendersi) con un Johnnie Walker. Grida in faccia a Walter Veltroni: “Adesso trovatevi un altro segretario”, e si ritira a Capalbio, sotto la neve. Dice a tutti, e ha ragione, che quel killeraggio, è avvenuto non solo per le assenze» (lucatelese.com).
Bolognina Achille Occhetto, che senza consultare nessuno, due anni prima, aveva annunciato la svolta del Pci durante le celebrazioni della Bolognina. Partecipazione a sorpresa, in sala i partigiani e un paio di giornalisti, discorso di 6 minuti durante i quali Occhetto spiega che «è necessario non continuare su vecchie strade ma inventarne di nuove per unificare le forza di progresso». Ai due cronisti, che alla fine del discorso gli chiedono se il Pci cambierà nome, risponde: «Dite che tutto è possibile».
D’Alema Massimo D’Alema, allora direttore dell’Unità, discuteva spesso con la moglie, contrarissima a cambiare nome al partito finché un giorno la figlia, stanca dei loro litigi, gli graffiò una guancia.
Lenin «Certo, quando nel ‘17 si è arrampicato sulla sua autoblinda, Lenin non ha sentito nessuno: ma voleva fare la rivoluzione e c’è riuscito. Tu, cosa vuoi fare?” (Giancarlo Pajetta ad Achille Occhetto).
Contrari Contrari a cambiare nome al partito: Giancarlo Pajetta («Io non mi vergogno di questo nome né della nostra storia»); Pietro Ingrao, Alessandro Natta, ecc.
Discorso Il discorso di Occhetto al Comitato centrale del Pci, a novembre del 1989, 32 cartelle scritte secondo una vecchia prassi: una prima bozza affidata ai tre ghostwriters del segretario, poi corretta da lui personalmente e di nuovo passata ad altri, ciascun membro della segreteria, affinché aggiunga un brano, un paragrafo o un capitolo. Revisione finale con Claudio Petruccioli e Antonio Bassolino: l’ala destra e quella sinistra della segreteria, affinché si bilanciassero tra loro.
Uscite Dopo la prima giornata di dibattito al Comitato centrale, i dirigenti del Pci furono costretti a lasciare Botteghe Oscure di soppiatto per uscite secondarie: i miglioristi, i due fratelli Borghini, il vicesindaco di Milano Corbani e Gianni Cervetti, per via dei Polacchi. Per via Aracoeli, Trentin, Chiaromonte, Natta e Napolitano. In strada duecento militanti del partito fischiavano e insultavano i favorevoli alla svolta.
Frasi Frasi sentite fuori da Botteghe Oscure la sera del 20 novembre 1989 dai contestatori: «Non tradire! Diventa comunista!» (a Luciano Lama); «A Nilde, ripensace! T’ha fatto magna’, il partito comunista, e ora gli volti le spalle!» (a Nilde Iotti); «Ricordati il nome che porti!» (a Giovanni Berlinguer).
Costituente Alla fine del Comitato centrale, voti favorevoli alla proposta di Occhetto («dar vita ad una fase costituente di una nuova formazione politica»): 219. Contrari: 73. Astenuti: 34.
Sondaggio Secondo un sondaggio di Epoca del 1989 solo il 27,7% dell’elettorato comunista era favorevole ad un’ipotesi di cambiamento del nome Pci. Tra quelli che erano per il sì, il 40 % avrebbe voluto come denominazione Partito dei lavoratori , il 28,1 Partito della Sinistra Unita, l’8,7 Partito popolare italiano, il 5,7 Partito socialdemocratico europeo e l’1,3 Partito laburista.
Acquario Il Partito Democratico della Sinistra, Pds, nato il 3 febbraio 1991 durante il XX Congresso del Pci. Segno zodiacale: Acquario, secondo gli astronomi il segno che più di tutti è propenso alle svolte, alle innovazioni, anche se traumatiche.
Simbolo Il nuovo simbolo del Pds: una Quercia sopra una falce e un martello.
Occhetto Primo segretario, Achille Occhetto. Eletto cinque giorni dopo la nascita del nuovo partito perché, alle votazioni finali a chiusura del Congresso non ha ottenuto la maggioranza.
Assenti Aventi diritto al voto: 547. Assenti: 132. Voti necessari per essere eletti: 274 (maggioranza assoluta). Risultati delle elezioni: 264 favorevoli ad Occhetto, 102 contrari, 41 astenuti, 6 schede bianche e 2 voti nulli.
Johnnie Walker «Occhetto viene sorpreso dalle telecamere del Tg3, e da un inviato de La Stampa, Fabio Martini, mentre cerca di stordirsi (o di riprendersi) con un Johnnie Walker. Grida in faccia a Walter Veltroni: “Adesso trovatevi un altro segretario”, e si ritira a Capalbio, sotto la neve. Dice a tutti, e ha ragione, che quel killeraggio, è avvenuto non solo per le assenze» (lucatelese.com).
Bolognina Achille Occhetto, che senza consultare nessuno, due anni prima, aveva annunciato la svolta del Pci durante le celebrazioni della Bolognina. Partecipazione a sorpresa, in sala i partigiani e un paio di giornalisti, discorso di 6 minuti durante i quali Occhetto spiega che «è necessario non continuare su vecchie strade ma inventarne di nuove per unificare le forza di progresso». Ai due cronisti, che alla fine del discorso gli chiedono se il Pci cambierà nome, risponde: «Dite che tutto è possibile».
D’Alema Massimo D’Alema, allora direttore dell’Unità, discuteva spesso con la moglie, contrarissima a cambiare nome al partito finché un giorno la figlia, stanca dei loro litigi, gli graffiò una guancia.
Lenin «Certo, quando nel ‘17 si è arrampicato sulla sua autoblinda, Lenin non ha sentito nessuno: ma voleva fare la rivoluzione e c’è riuscito. Tu, cosa vuoi fare?” (Giancarlo Pajetta ad Achille Occhetto).
Contrari Contrari a cambiare nome al partito: Giancarlo Pajetta («Io non mi vergogno di questo nome né della nostra storia»); Pietro Ingrao, Alessandro Natta, ecc.
Discorso Il discorso di Occhetto al Comitato centrale del Pci, a novembre del 1989, 32 cartelle scritte secondo una vecchia prassi: una prima bozza affidata ai tre ghostwriters del segretario, poi corretta da lui personalmente e di nuovo passata ad altri, ciascun membro della segreteria, affinché aggiunga un brano, un paragrafo o un capitolo. Revisione finale con Claudio Petruccioli e Antonio Bassolino: l’ala destra e quella sinistra della segreteria, affinché si bilanciassero tra loro.
Uscite Dopo la prima giornata di dibattito al Comitato centrale, i dirigenti del Pci furono costretti a lasciare Botteghe Oscure di soppiatto per uscite secondarie: i miglioristi, i due fratelli Borghini, il vicesindaco di Milano Corbani e Gianni Cervetti, per via dei Polacchi. Per via Aracoeli, Trentin, Chiaromonte, Natta e Napolitano. In strada duecento militanti del partito fischiavano e insultavano i favorevoli alla svolta.
Frasi Frasi sentite fuori da Botteghe Oscure la sera del 20 novembre 1989 dai contestatori: «Non tradire! Diventa comunista!» (a Luciano Lama); «A Nilde, ripensace! T’ha fatto magna’, il partito comunista, e ora gli volti le spalle!» (a Nilde Iotti); «Ricordati il nome che porti!» (a Giovanni Berlinguer).
Costituente Alla fine del Comitato centrale, voti favorevoli alla proposta di Occhetto («dar vita ad una fase costituente di una nuova formazione politica»): 219. Contrari: 73. Astenuti: 34.
Sondaggio Secondo un sondaggio di Epoca del 1989 solo il 27,7% dell’elettorato comunista era favorevole ad un’ipotesi di cambiamento del nome Pci. Tra quelli che erano per il sì, il 40 % avrebbe voluto come denominazione Partito dei lavoratori , il 28,1 Partito della Sinistra Unita, l’8,7 Partito popolare italiano, il 5,7 Partito socialdemocratico europeo e l’1,3 Partito laburista.
Lucrezia Dell’Arti