Rassegna, 18 febbraio 2013
Rapito un italiano in Nigeria
• Da ieri sette persone sono nelle mani dei fondamentalisti islamici di Boko Haram in Nigeria. Tra i prigionieri anche un italiano, l’ingegnere Silvano Trevisan, 69 anni, originario di San Stino di Livenza, Venezia. Un commando ha lanciato una doppia operazione nella regione di Bauchi, nordest della Nigeria. Prima hanno colpito una stazione della polizia, quindi hanno dato l’assalto al cantiere della società Setraco a Jama’are. Uccisa una dozzina di guardie, i terroristi hanno prelevato l’italiano, un greco, un britannico e quattro libanesi. Tutti dipendenti della compagnia impegnata da anni nel settore delle costruzioni. Ricevuta la notizia dell’attacco, la Farnesina si è messa in contatto con le autorità locali sottolineando che l’incolumità degli ostaggi rappresenta «la priorità assoluta». [Olimpio, Cds]
• «(…) Dopo l’intervento francese in Mali, i nigeriani hanno rilanciato l’allarme su imminenti sorprese dal fronte islamo-qaedista. Attacchi legati all’auto-finanziamento attraverso la richiesta di riscatti e vendette trasversali in appoggio ad Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim), la sigla che fa da riferimento regionale per gli estremisti africani. Secondo l’intelligence i militanti di Ansaru (ma anche quelli di Boko Haram) hanno rapporti ideologici e operativi con la casa madre. Il nucleo è stato formato nel gennaio di un anno fa e si è messo in mostra per una linea ancora più oltranzista. Infatti i suoi membri hanno messo in discussione la leadership tradizionale di Boko Haram – incarnata da Abu Shekaku – ed hanno intrapreso un loro percorso di lotta. Alla testa di Ansaru vi sarebbe un mujahed che si fa chiamare Abu Usmatul al Ansari. Uomo d’azione e di propaganda. Gli estremisti non solo marcano il territorio con atti sanguinosi ma sono molti prolifici nel lanciare messaggi». [Olimpio, Cds]