La Gazzetta dello Sport, 16 febbraio 2013
Ieri all’alba, sugli Urali, è caduta una pioggia di pietre, prodotta dall’esplosione di un meteoroide che i terrestri del luogo hanno seguito con i loro occhi, spaventandosene parecchio
Ieri all’alba, sugli Urali, è caduta una pioggia di pietre, prodotta dall’esplosione di un meteoroide che i terrestri del luogo hanno seguito con i loro occhi, spaventandosene parecchio. Si sono sentiti boati, in un cielo limpido e ancora colorato dal rosa del mattino (erano le 4 e mezza da noi, ma le 9 e mezza da loro), s’è sviluppata quasi dal niente una colonna di fumo, direzione ovest-est, simile a quelle che producono gli aerei in acrobazia, ma assai più spessa. Migliaia di vetri sono scoppiati e lo spostamento d’aria ha buttato per terra centinaia di persone: in alcuni video al momento cruciale l’inquadratura si ribalta all’improvviso verso obiettivi senza senso (un muro, dei rifiuti) perché chi teneva in mano il telefonino o la cinepresa è stato sbattuto per terra. Le superficie di vetro andate in frantumi equivarrebbero a centomila metri quadri (dato dell’amministrazione di Chelyabinsk), le città coinvolte sono sei, in un’area molto estesa che va da Tyumen a Kurgan e ha al suo centro Satka, a un’ottantina di chilometri da Chelyabinsk. C’entra la regione russa di Sverdlovsk, ma anche il Kazakistan settentrionale. Il portavoce della regione militare degli Urali, colonnello Yaroslav Poshiupin, ha raccontato di un cratere di sei metri che uno dei frammenti ha scavato nel ghiaccio del lago Chebarkul (il cratere fiammeggiante che ieri s’è visto su qualche sito invece non c’entra niente: sta in Turkmenistan e brucia da 40 anni per via delle trivellazioni). Putin ha detto che ha funzionato male l’avvistamento. «Le questioni astronomiche sono poco rilevanti. Ci interessa il sistema di allerta». Il presidente ha fatto partire degli specialisti alla volta degli Urali, anche per soccorrere la popolazione: i sassi non hanno colpito nessuno, ma i frammenti di vetro schizzati via dalle finestre hanno mandato in ospedale 1.200 persone e tra queste almeno 200 bambini. I comunicati ufficiali dicono che sono stati danneggiati 3mila edifici, tra cui 34 ospedali e 361 scuole. Medvedev, che fu presidente della Russia e adesso è primo ministro, ha detto che «non solo l’economia è vulnerabile, ma l’intero pianeta». Zhirinovski, capo dei liberal democratici, sostiene che non si è trattato di un meteorite ma «di un test di armi americane».
• Possibile? Ed esiste davvero un pericolo per la Terra?
Escluderei gli americani. Quanto al pericolo per la Terra, girano sulla nostra testa migliaia di pietre. Quelle più grandi tendono ad assumere una forma sferica. Quelle più piccole sembrano piuttosto delle patate. Il nome comune di tutti questi oggetti è «meteoroid». Un «meteoroide grande» si dice «asteroide». I meteoroidi piccoli che entrano nell’atmosfera si disintegrano in frammenti minutissimi di cui non ci accorgiamo nemmeno. Si tratta delle «meteore». Una meteora abbastanza grossa può dare origine però a frammenti che non si sminuzzano del tutto e arrivano giù. Il meteorite di ieri dovrebbe essere di qualche metro di diametro e di una cinquantina di tonnellate. Sarebbe esploso in un’area compresa fra i 30 e i 50 chilometri d’altezza. La Terra è in pericolo nel senso che meteoriti grosse o asteroidi possono effettivamente caderci in testa.
• È successo qualche volta?
Un asteroide avrebbe impattato lo Yucatan 65 milioni di anni fa con una forza pari a un miliardo di bombe tipo-Hiroshima. I dinosauri e i rettili a sangue freddo morirono in pochi giorni. Mentre la Terra veniva devastata da terremoti, incendi, frane e tsunami una polvere sottile copriva il Pianeta precipitandolo in un inverno lunghissimo, che avrebbe ucciso il 70% delle specie viventi in un arco temporale di diecimila anni: un batter di ciglia, geologicamente parlando. Proprio quella strage permise ai piccoli mammiferi che furono capaci di adattarsi, di svilupparsi e moltiplicarsi fino a rendere possibile la comparsa dei vari «homo» e alla fine del «sapiens», il più feroce che ci sia mai stato.
• Eccoci qua. È successo altre volte?
C’è l’evento di Tunguska, Siberia, 30 giugno 1908. La storia di un egiziano che nel 1911 sarebbe morto perché colpito da un frammento sarebbe invece falsa.
• La domanda è: potrebbe succedere di nuovo?
Ieri sera alle otto e mezza un’asteroide ha «sfiorato» la Terra a 27.600 chilometri. Se non ci fosse stato l’episodio degli Urali, forse non ne avremmo nemmeno parlato e, invece, lo trovate nel box accanto.
• Supponiamo che gli scienziati vedano un asteroide che sta precipitando sulla Terra. Supponiamo che lo vedano, mettiamo, con un anno di anticipo. Potrebbero fermarlo?
Beh, Apophis passerà molto vicino alla Terra nel 2029 e poi di nuovo nel 2036. La Nasa ha detto che non colpirà la Terra. Ci sono comunque progetti che prevedono eventualmente di bombardarlo fino a deviarne l’orbita oppure di agganciarlo e portarlo a orbitare in qualche zona sicura.