13 febbraio 2013
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Biografia di Ciro Cirillo
• Napoli 1921. Politico. Democristiano della corrente gavianea fu presidente della Regione Campania e assessore all’Edilizia e all’urbanistica. Sequestrato dalle Brigate rosse il 27 aprile 1981, fu liberato dopo 89 giorni tramite intrecci mai chiariti del tutto: di certo ci furono lunghe trattative condotte con le Brigate rosse dai servizi segreti tramite anche il boss Raffaele Cutolo, noto esponente della Nuova camorra organizzata. Il sequestro fu al centro di dure polemiche perché a differenza del caso Moro la Dc optò per la trattativa coi terroristi. • «“Nel piano di fuoco delle Brigate rosse c’era anche mia moglie (...) I brigatisti mi chiesero dove fosse mia moglie e come mai non si trovasse con me. La sera lei andava dal fratello e io passavo a prenderla con la macchina. Ma, quel giorno, tornai a casa prima. E lei così si salvò per caso”, ha rivelato l’ex potente democristiano (...) dopo 28 anni (...) ricomparso in pubblico prendendo parte a una conferenza stampa (...) ha rievocato (...) le fasi del sequestro, l’omicidio del maresciallo Luigi Carbone e dell’autista Mario Cancello, uccisi sotto i suoi occhi dai killer delle Br (...) L’occasione è stata data dalla presentazione del libro Io, Cirillo e Cutolo (Edizioni Cento Editori) di Giuliano Granata, intervistato dalla giornalista Antonia Limatola. Granata è stato il segretario particolare di Cirillo e il sindaco democristiano di Giugliano, ma anche uno dei protagonisti della trattativa che portò alla liberazione dell’ex presidente della Campania. Quando un cronista gli ha chiesto quale ricordo lo tormentasse di più, Cirillo, ha risposto senza esitazione: “Le vittime”. E ha ricordato gli ultimi minuti di vita del suo autista, Mario Cancello e del maresciallo di pubblica sicurezza, Luigi Carbone. “Il maresciallo mi disse ‘Presidente vi sono grato perché stasera torno a casa un po’ prima del previsto. Ho detto a mia moglie preparami ’na bella ’nzalatella, come la sai fare tu’”. Anche l’autista, Cancello, ringraziò Cirillo. “Mi disse che era felice ‘perché stasera posso riabbracciare prima mio figlio di un anno’”. La gioia di Carbone e Cancello, si spense poco dopo, alle 21,45, nel garage di casa di Ciro Cirillo, in via Cimaglia a Torre del Greco. Cinque sicari delle Br attendevano nel buio l’arrivo del democristiano. Appena sentirono il rombo dell’Alfetta, aprirono il fuoco: Carbone e Cancello restarono fulminati dai proiettili, l’ex assessore regionale fu prelevato con la forza e sbattuto nell’auto dei brigatisti» (Carmine Spadafora) [Grn 19/3/2009].