13 febbraio 2013
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Biografia di Gaetano Caltagirone Bellavista
CALTAGIRONE BELLAVISTA Gaetano Roma 8 agosto 1929 (?), Roma 16 febbraio 2010. Imprenditore • «(...) Il costruttore romano che le cronache della Prima Repubblica hanno consegnato alla leggenda del costume italiano per un’indimenticabile battuta ("a Fra’, che te serve?", così si narra che Gaetano Caltagirone rispondesse a ogni telefonata di Franco Evangelisti, capofila della corrente andreottiana a Roma nei decenni del potere democristiano) (...) riabilitato (...) su (...) il caso giudiziario che coinvolse i tre fratelli Caltagirone (Gaetano, Camillo e France sco Bellavista Caltagirone). Il 10 no vembre 1979, 19 società del loro gruppo furono dichiarate fallite; pochi giorni dopo ai fratelli vennero ritirati i passaporti e seguirono due mandati di cattura ma i tre erano già negli Stati Uniti. Gaetano fu accusato anche di concorso in peculato nell’inchiesta Italcasse per un illecito finanziamento che avrebbe ottenuto dall’istituto di credito. Grazie, si disse, agli strettissimi rapporti con quell’universo andreottiano in cui, secondo l’accusa, edilizia, politica e finan ziamenti bancari avrebbero costituito un tutt’uno. Poi ci furono gli anni dei ricorsigiu diziari: dossier, appelli, difese, memoriali. Un collegio di legali in cui compare anche Cesare Previti. Nel 1984 la prima assoluzione, per insufficienza di prove. Poi quella definitiva nel 1988. In fine, nel 1991, revoca formale del fallimento e nel 1992 risarcimento danni ai Caltagirone da parte dell’Iccri e restituzione ”di tutti i beni mobili e immobili acquisiti al fallimento”. Insomma, una autentica riabilitazione. (...) Da anni vive ritiratissimo a Montecarlo. Sembrano quasi episodi di un’altra vita i racconti sul primo Gaetano Caltagirone: per esempio le feste notturne nella villa di via Caldonazzo ovviamente con Andreotti o Francesco Cossiga accanto a Antonello Trombadori, Renato Guttuso, Silvana Mangano, il procuratore capo di Roma De Matteo, il socialista Giacomo Mancini. Scenari di una Capitale scomparsa, tipicamente anni ”70 e post-Dolce Vita. O quella sua passione per l’azzardo e il gioco (si favoleggiò di una perdita miliardaria, in lire, alla roulette in una sola serata). E le mance all’orchestra del Casinò di Montecarlo perché suonasse ”Arrivederci Roma” mentre puntava sul 36. Ora, assicurano i familiari, Gaetano Caltagirone è un uomo radicalmente diverso, che ama la solitudine al punto da uscire molto raramente, anzi quasi mai, di casa. (...)» (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 8/8/2009).