Rassegna, 12 febbraio 2013
La sede vacante e il Conclave: ecco cosa accadrà
• Il primo marzo un ombrellino a bande gialle e rosse alternate, sovrastato da una piccola croce che protegge le due chiavi di Pietro (una d’oro e una d’argento incrociate e tenute insieme da un cordone rosso), sostituirà lo stemma di Benedetto XVI tripartito con l’Orso di San Corbiniano, la conchiglia di Agostino e il Moro incoronato. Questo lo stemma che indicherà che la Sede apostolica è vacante, cioè il trono di San Pietro vuoto. [Calabrò, Cds]
• Quando il Papa lascerà il suo ministero, alle ore 20 del 28 febbraio, tutti i cardinali della Curia Romana e il Cardinal Segretario di Stato decadranno dai loro incarichi, a eccezione del Camerlengo, del Penitenziere Maggiore, Manuel Monteiro de Castro, del cardinale vicario della Diocesi di Roma, Agostino Vallini, del cardinale vicario della Città del Vaticano, Angelo Comastri e del Decano del Collegio Cardinalizio, Angelo Sodano. Sarà il decano del Sacro Collegio, che chiederà al nuovo Papa se intende accettare l’elezione e quale nome sceglie. Restano in carica anche i segretari dei dicasteri per la gestione ordinaria, così come l’elemosiniere di Sua Santità (monsignor Guido Pozzo) e il cerimoniere pontificio (monsignor Guido Marini). Durante questo periodo figura di assoluto rilievo è il Cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa, il quale svolge le funzioni del governo ordinario della Chiesa. Dal 2007 ha assunto questa carica il Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone. È il Camerlengo che convoca i cardinali elettori nel Conclave per l’elezione del nuovo Papa che deve iniziare dai quindici ai venti giorni dall’inizio della Sede Vacante. [Calabrò, Cds]
• Non si conosce ancora la data di inizio del Conclave, sicuramente non ci saranno i novendiali (i 9 giorni di lutto dopo la morte del Pontefice), così nel giro di un paio di settimane, nel mese di marzo, e dunque per Pasqua avremo il nuovo Papa. Le procedure che saranno adottate sono dettate dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996. Dal primo marzo (non dovendo svolgersi funerali) avranno inizio le cosiddette «congregazioni generali», aperte sia ai cardinali elettori che agli ultraottantenni, senza una durata prefissata. È una fase di analisi della situazione, di discussione e di preghiera comune. Dopo queste consultazioni, il Conclave si aprirà in forma solenne con la Missa pro eligendo pontefice, presieduta dal Decano del Sacro Collegio. Entrano in Conclave non tutti i membri del Sacro Collegio, ma solo i cardinali che non hanno ancora compiuto l’ottantesimo anno di età: sono i cosiddetti cardinali elettori (117). Poi inizierà, nella Cappella Sistina, il vero e proprio Conclave. A dare l’«extra omnes» sarà il Maestro delle celebrazioni liturgiche. Ma questa volta le regole delle votazioni seguiranno il «Motu Proprio» promulgato dallo stesso Benedetto XVI nel giugno 2007, secondo il quale per eleggere il Papa sarà sempre necessaria una maggioranza qualificata di due terzi degli elettori. Non varrà più, quindi, l’ipotesi della maggioranza semplice della metà più uno degli elettori. [Calabrò, Cds]