Rassegna, 12 febbraio 2013
«L’età avanzata, le forze inadatte». Benedetto XVI si dimette
• Alle 11 e 41 nella Sala del Concistoro in Vaticano Benedetto XVI inizia a parlare in latino. È in corso la canonizzazione dei martiri di Otranto ma subito si capisce che c’è qualcosa di inatteso. I cardinali si guardano l’un l’altro, attoniti. In sala, scriverà poi l’Osservatore Romano, si sente «un lieve brusio». «Carissimi fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Lo sgomento si disegna sui volti dell’elemosiniere, Guido Pozzo, e del reggente della prefettura della Casa pontificia, Leonardo Sapienza. Bertone, segretario di Stato, e Sodano, decano del sacro collegio, hanno in mano il testo che Ratzinger ha scritto di proprio pugno, e seguono le parole una per una. Sono tra i pochissimi che già sanno: il Pontefice sta per dimettersi. «Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando...». «Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice». Sono le 11 e 46 quando la vaticanista dell’Ansa, Giovanna Chirri, dà la notizia, che subito diventa l’apertura di ogni sito, in ogni lingua. Sodano è il primo ad abbracciare Ratzinger e a baciarlo sulle guance: «È un fulmine a ciel sereno» dirà poco dopo. [tutti i giornali]
• Il testo è stato scritto in latino da Ratzinger di suo pugno ed è uscito dall’Appartamento papale, nella Terza loggia del Palazzo apostolico, solo all’ultimo per essere tradotto in sei lingue. [Vecchi, Cds]