12 febbraio 2013
Tags : I papi che si sono dimessi
Papa Silverio
Ceccano, 480 ca. – Palmarola, 2 dicembre 537. Cinquantottesimo Papa. In carica dal 536 al 537. Venerato come santo. Vittima di un complotto, fu portato in Licia, dove si stabilì a Patara. Quando rientrò in Italia, probabilmente a Napoli, Vigilio, suo successore, non disposto a tollerare il ritorno del predecessore illegalmente deposto, lo fece portare sull’isola di Palmarola, vicino a Ponza. Lì, l’11 novembre, Silverio fu costretto ad abdicare firmando un documento in cui rinunciava al ministero di vescovo di Roma in favore di Vigilio. Fu su quest’isola che il Papa morì, il 2 dicembre successivo, a causa delle dure privazioni e del trattamento subito.
• «Figlio di papa Ormisda, Silverio nacque a Frosinone. Alla morte del padre, nel 523, ne compose l’epitaffio, oggi perduto, che celebrava la ricomposizione dello scisma fra gli ultimi sostenitori di Lorenzo e quelli di Simmaco, i tentativi di riconciliazione con l’Oriente e il ritorno dell’Africa alla libertà. Non è noto se all’epoca Silverio fosse già entrato nel clero, poiché sull’iscrizione non porta alcun titolo, ma quando giunse la notizia della morte di Agapito, avvenuta a Costantinopoli il 22 aprile 536, era suddiacono della Chiesa di Roma. Il pontificato di Silverio, seppur breve, pone particolari difficoltà nell’uso delle fonti. Gli storici concordano nel riconoscere l’apporto di almeno due autori (L. Duchesne), forse tre (F. Savio, H. Hildebrand), nella notizia del Liber pontificalis dedicata a questo papa. Il primo, contemporaneo agli eventi narrati, è fortemente ostile al papa, portato al pontificato dal potere goto, e ripercorre la vita di Silverio fino alla sua deposizione. Il secondo ha composto presumibilmente il suo testo sotto il pontificato di Vigilio (L. Duchesne) o di Pelagio I (F. Savio), in una prospettiva di distanza temporale dagli eventi e nel contesto della controversia dei Tre Capitoli: trapela un violento astio nei confronti di Vigilio che l’indurrebbe a presentare Silverio come una sua vittima». [Enciclopedia dei Papi Treccani]
• «Il suo corpo, contrariamente a quelli di altri papi morti in esilio, non fu trasferito a Roma, rimanendo nell’isola; il suo sepolcro divenne centro di guarigioni e miracoli e quindi meta di pellegrinaggi. Notizie del culto tributatogli a Roma sono documentate solo qualche secolo più tardi a partire dall’XI. I due santi pontefici, Ormisda e Silverio, padre e figlio nella vita, sono i patroni della città di Frosinone, di cui erano nativi». [santiebeati.it]