Rassegna, 11 febbraio 2013
In Libia torna la poligamia
• La sezione costituzionale della Corte Suprema di Tripoli reintroduce la poligamia in Libia in nome della legge islamica (sharia). Una parte della società civile libica promette battaglia. A Tripoli la trentina di donne nominate tra i 200 parlamentari dalle prime elezioni libere il 7 luglio scorso vorrebbero reagire. La misura era stata già annunciata il 28 ottobre 2011 da Mustafa Abdel Jalil, l’allora leader del Consiglio nazionale transitorio. Cremonesi (Cds): «Fu allora proprio Jalil nel suo “discorso della vittoria” ad annunciare che nella “nuova Libia” ogni uomo avrebbe avuto il diritto di sposare sino a quattro mogli nel pieno rispetto del Corano. A suo dire, era questo uno dei tanti provvedimenti mirati a cancellare per sempre il retaggio della dittatura di Gheddafi. Quest’ultimo, specie nella prima fase più socialista e nasseriana del suo quarantennio al potere, aveva cercato di concedere alcune migliorie allo status delle donne, introducendole massicciamente nel mondo del lavoro e appunto limitando, per quanto era possibile in una società tribale come quella libica, la poligamia: gli uomini potevano avere sino a quattro matrimoni, ma solo previo il consenso della prima moglie o l’approvazione di un giudice. In realtà, specie nelle zone desertiche e tra i villaggi ancora legati alle tradizioni, con il passare degli anni la questione era stata lasciata nelle mani dei leader religiosi locali. Ora la Corte Suprema decreta invece che la sharia torna a essere autorità massima e inappellabile in materia».