Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 11 Lunedì calendario

India, strage alla festa degli indù

• In India c’è stata una stage nel giorno di “miglior auspicio” del Kumbh Mela, la cerimonia religiosa che ogni dozzina d’anni richiama decine di milioni di pellegrini indù al Sangam, la sacra confluenza dei fiumi Gange e Yamuni. Un bagno in quelle acque dovrebbe garantire la purificazione da tutti i peccati e la fine del ciclo delle reincarnazioni. Invece, la ressa di migliaia di reduci dal rito, assiepati nella stazione ferroviaria di Allahabad, nel nord dell’India, è costata la vita ad almeno trenta persone. Sotto il peso di una marea umana mossa all’assalto dei treni, un ponticello pedonale si è schiantato. È scoppiato così il caos e i soccorsi sono arrivati con grave ritardo. [Van Buren, Rep]

• Il Kumbh Mela è considerato il raduno umano più vasto sul pianeta. Nell’arco di 55 giorni si alternano all’incirca 100 milioni di persone. Scrive Van Buren su Rep: «Alle prime luci del giorno, sono i Naga sadhus, gli asceti, a inaugurare le immersioni: il corpo cosparso di cenere, indosso soltanto ghirlande di calendole, si precipitano a tuffarsi nelle acque ancora gelide. La cerimonia ricalca un evento centrale della mitologia indù: è la Festa (Mela) della Brocca (Kumbh), la vittoria degli dei nella battaglia contro i demoni per il possesso di un’anfora ricolma di nettare capace di garantire l’immortalità. Nella fuga attraverso i cieli, un dio ne avrebbe versate alcune gocce sopra quattro città: Allahabad, Nasik, Ujjain e Haridwar. Per ottenere quella santa benedizione e liberarsi delle catene terrene, gli indiani accorrono negli stessi luoghi ancora oggi, dopo secoli e secoli».