Fior da fiore, 10 febbraio 2013
Bankitalia chiede più poteri • Gli euroburocrati spendono in un anno due milioni in matite e gomme e 305 mila euro per «far socializzare» il personale • Negli ultimi 6 anni abbiamo perso 480 posti di lavoro al giorno • In Italia servono infermieri, bio-ingegneri ed eco-chef • I primogeniti sono più bravi a scuola • La donna che ha soffocato la madre per giocare al videopoker
Banchieri Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, dopo il caso Montepaschi, chiede «più poteri sulle banche per rimuovere i cattivi manager». E comunque la facoltà di valutare l’idoneità dei banchieri chiamati a ricoprire posizioni di rilievo. Nessuna replica secca dei banchieri, ma qualche timore e qualche dubbio affiorano. Ad esempio secondo il consigliere delegato di Ubi Banca Victor Massiah, il potere a Bankitalia di decapitare i vertici bancari può valere «solo in contesti particolarmente gravi», perché «in un’azienda sana spetta agli azionisti» eliminare vertici inadatti. Approva invece le parole di Visco Andrea Beltratti, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo: «Certo, questa misura limita il potere degli azionisti, ma credo che alla fine sia nell’interesse degli azionisti stessi dare poteri a chi ha un set di informazioni più vasto dei soci». Antonio Patuelli, il banchiere successore di Mussari alla presidenza dell’Abi: «Va bene adottare anche queste regole, ma se sono uniformi a livello europeo. Tantopiù che anche la vigilanza bancaria sta diventando europea». Francesco Manacorda sulla Stampa: «Bisogna affidarsi a qualche voce autorevole, ma anonima, per sentirsi dire che il rischio della posizione di Visco potrebbe essere un certo dirigismo. E bisogna riportare questi dubbi ad ambienti di Bankitalia per sentirsi rispondere che, nei casi più recenti in cui la vigilanza è dovuta intervenire a piede teso con gli strumenti poco incisivi di cui dispone - non solo Siena, ma anche la Popolare di Milano sotto la presidenza Ponzellini - tutta questa voglia di ricambio interno da parte di banchieri e azionisti a via Nazionale proprio non l’hanno vista» (Francesco Manacorda, Sta).
Parlamento europeo Qualche voce del bilancio 2013 del Parlamento europeo: due milioni e seicentomila euro per coprire in un anno «le spese per bevande, bibite e pasti leggeri, serviti nel corso di riunioni interne dell’istituzione»; 305 mila euro per «incoraggiare le relazioni sociali tra i membri del personale»; 29 milioni 996 mila euro per coprire «l’organizzazione di gruppi di visitatori»; 661.500 euro per le uniformi di autisti e uscieri; 2.339.500 euro per la cancelleria e «materiali di consumo diversi»; 357.000 euro per i francobolli; 6.068.000 euro per il parco «di auto e biciclette»; 3.960.000 euro (con un balzo dai 2.600.000 del 2012) per le «mense e ristoranti»; 1.361.350 euro per spese «di ricevimenti e di rappresentanza… ivi compreso l’acquisto di articoli e di medaglie per i funzionari che hanno maturato 15 o 25 anni di servizio»; 187.345.000 euro per gli «assistenti parlamentari»; 28.616.000 euro per le «spese per missioni e spostamenti del personale tra i tre luoghi di lavoro», cioè Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. (Luigi Offeddu, Cds)
Occupati Ad aprile 2008, in Italia, gli occupati erano 23 milioni e 541 mila. A dicembre 2012, 22 milioni e 723 mila: 818 mila in meno rispetto a quattro anni e mezzo prima, 480 posti persi al giorno (Enrico Marro, Cds).
Professioni Tra i lavori più richiesti da oggi al 2020 secondo il dossier di “Italia orienta”: l’infermiere (oggi sono 391 mila, da qui al 2020, con la crescita del numero degli anziani, ne occorreranno altri 266 mila); il chimico (otto giovani su dieci già lavorano e il primo contratto, in media, arriva due mesi dopo la laurea; per il 46% è a tempo indeterminato); tutti i lavori legati alla green economy (tra le figure più richieste dal settore che nei prossimi quattro anni offrirà 100 mila posti di lavoro: il promotore del risparmio energetico, il progettista di energie rinnovabili, il geometra e l’ingegnere ambientale, il certificatore energetico, l’ecoindustrial designer, l’architetto paesaggista, l’agronomo, il botanico, l’ecochef); i nuovi mestieri legati all’agricoltura, come l’affinatore di formaggi (segue e migliora il prodotto), il birraio a chilometri zero, lo stagionatore di miele, l’agrigelataio, il personal trainer dell’orto, l’alchimista di campagna (crea nuovi liquori e distillati), il food blogger (offre informazioni sul mondo della cucina e dell’enogastronomia); il fisioterapista (a un anno dalla “triennale” il 78% dei laureati trova lavoro). Sono inoltre previste 110.410 assunzioni in dodici mesi tra i laureati in scienze economiche: contabilità, amministrazione, marketing, ma servono anche sportellisti di banca (3.680) e chi recupera i crediti (1.050). E nel 2013 si apriranno 147 mila posti di lavoro nell’artigianato: falegnami, installatori di infissi, panettieri, pasticceri, sarti, cuochi. Si cercano poi, ma non si trovano, commessi, camerieri, parrucchieri ed estetiste. E nei prossimi cinque anni ci sarà spazio per le figure non qualificate (+13,5%): addetti alle pulizie, vigilantes, elettricisti, meccanici d’auto, idraulici, posatori di tubazioni, baristi. (Corrado Zunino, Rep).
Primogeniti Secondo una ricerca degli istituti francesi Ined e Insee (campione di 4 mila individui), i primogeniti a scuola sono più bravi degli altri fratelli. Nelle famiglie con due figli, i primogeniti diplomati al liceo superano dell’1,6 per cento i fratelli minori. E nelle famiglie con tre figli, il 27,9 per cento dei primi nati ottiene una maturità di secondo grado (il Bac+2 francese), mentre per gli altri due la percentuale scende al 25,8 e al 24,8. I minori inoltre abbandonano la scuola più spesso dei maggiori (i dati non mutano granché spaziando nelle diverse classi sociali). Lo psicologo Uberto Zuccardi Merli: «Il primogenito viene investito maggiormente dalle aspettative dei genitori e risponde più facilmente alla domanda familiare e istituzionale (la scuola dell’obbligo!): esegue quel che gli viene chiesto e si adatta meglio all’ingiunzione di studiare, perché strutturalmente è meno conflittuale e più sereno. Diciamo che ha più forza simbolica per rispondere alle richieste, ha una posizione superiore nella gerarchia. Ma non è detto che questo adattamento lo renda più felice e realizzato in futuro». (Paolo Di Stefano, Cds).
Delitto Giuliana Boccenti, 90 anni. Pensionata, due volte vedova, sveglia e scherzosa nonostante l’età ma con le gambe così malridotte che si spostava per casa aiutandosi con un carrello. Soffocata con un cuscino pigiato sulla faccia dalla figlia Maria Cristina Filippini, 48 anni, madre di tre figlie, sposata con un operaio, perché non voleva darle i soldi per il videopoker. Dopo il delitto la Filippini strappò dal collo della salma una collanina, se l’andò a vendere a un Compro oro, e subito dopo tornò al bar del paese a giocare con le macchinette (lunedì 4 febbraio in una casa in via Mameli a Castelsangiovanni, Piacenza).
(a cura di Roberta Mercuri)