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 2013  febbraio 09 Sabato calendario

Biografia di Rocco Bormioli

• Milano 5 agosto 1959. Imprenditore. Ex titolare della storica vetreria che porta il suo nome (quella dei famosi vasetti “quattro stagioni” e dei contenitori “Frigoverre”), arrestato il 6 marzo 2009 a Parma per detenzione e spaccio di cocaina. Nel febbraio 2010 patteggiò una pena di tre anni di reclusione e un’ammenda di 14 mila euro; a causa dei suoi problemi di tossicodipendenza non finì in galera ma fu affidato ai servizi sociali. Nel novembre 2012 ha acquisito il controllo di Fdv, gruppo dell’illuminazione di Salzano (Venezia) che comprende Leucos, e ne è diventato presidente.
• «Il suo ex impero di vetro è fra i più famosi al mondo e conta oggi 11 stabilimenti, tre atelier di decorazione e dieci outlet. Ma per lui, da anni nei guai per la droga, tutto questo è ormai gloria passata» (Cds 7/3/2009).
• «Figlio di quel Pierluigi che negli anni ’60-70 fece scandalo per la sua relazione con l’attrice Tamara Baroni» (Cds 8/3/2009).
 • «Almeno, quando c’era lui, il vecchio Bubi, era solo una questione di donne, di adulterio, buona per le copertine dei rotocalchi e quella scritta sui muri di Parma: “Non portare la Tamara sulla Miura!”. Perché Bubi Bormioli, allora, aveva la più bella, la Tamara Baroni, e l’unica Lamborghini della città. E aveva pure ereditato la vetreria del padre Rocco. Adesso, per l’altro Rocco, il figlio di Bubi, basta un titolo in cronaca nera. Arrestato per una storiaccia di cocaina, festini, night club di provincia che si chiamano Habana o Fulham, bonone da 3 mila euro al colpo. È il cognome che lo condanna. Basta dire Bormioli e se lo ricorda pure chi negli anni ’60 era un bambino. Che sia Bubi o che sia Rocco, come stavolta, si riscopre la storia con Tamara, la bellissima, quasi Miss Italia nel ’67, quasi Miss Mondo l’anno dopo, un paio di filmetti leggerini e soprattutto il suo amorazzo con Bubi. Quando lui la lasciò per strada – proprio così, giù dalla Miura – lei s’inventò un piano concordato con Bubi, per eliminare la moglie. Balle buone per i rotocalchi. O per alimentare la chiacchiera parmigiana. Per Tamara un mese e mezzo di galera. Ai tempi di Tamara e della Miura il piccolo Rocco aveva appena dieci anni, primo di tre fratelli e una sorella. Gli amici di allora dicono che ne aveva sofferto parecchio, e si può capire. Lo ricordano sensibile, buono, forse fragile. E se debbono mettere una data all’inizio di questa brutta fine è il 2000, quando la Bormioli va in crisi, quando Rocco e i suoi fratelli lasciano l’azienda di famiglia. Lui torna come vicepresidente nel 2002, ma nel 2005 le banche si prendono le vetrerie. In cambio, un assegno da 74 milioni di euro per ognuno dei quattro fratelli. Tre li investono, Rocco comincia a spendere, la barca a Porto Lotti, vicino a La Spezia, le feste, le follie, coca e señoritas. Si separa dalla moglie francese, vede poco i tre figli, si chiude in un appartamentino di Borgo Santa Chiara. Esce solo quando è buio, passa le notti al Bar Evolution, sulla via Emilia Est (…) Lo sa tutta Parma che Rocco è strafatto. Una mattina ha preso Strada della Repubblica contromano, e le cronache di Parma avevano scritto che poteva essere una strage. I carabinieri che lo riportano a casa trovano, su un vassoio d’argento, un sacchetto con 300 grammi di cocaina. È la prima denuncia. E da questa parte un’inchiesta chiamata “Camisa blanca”. Al telefono la ordinava così: “Portami due camicie”. Lo spacciatore arrivava da Ibiza. Ora è accusato di cessione di cocaina. Mica la vendeva, Rocco, la regalava. E agli amici che andavano in barca o nell’appartamento di Borgo Santa Chiara regalava anche le pupe. Ordinava pure queste, con telefonate ai gestori dell’Habana Club o del Fulham» (Giovanni Cerruti) [Sta 8/3/2009].