La Gazzetta dello Sport, 7 febbraio 2013
Ogni tanto, benché si tratti per il 95% di puro teatro, è necessario aggiornare il taccuino della campagna elettorale
Ogni tanto, benché si tratti per il 95% di puro teatro, è necessario aggiornare il taccuino della campagna elettorale. I temi prevalenti di questi ultimi giorni sono sotanzialmente due: è vero o non è vero che Berlusconi è in clamoroso recupero sul Pd, al punto che il Cavaliere se n’è uscito l’altro giorno con la metafora: «Siamo sulla corsia di sorpasso»? Secondo tema: come stanno i rapporti tra Monti e Bersani, intorno ai quali, per quello che si capisce, dovrebbe costruirsi la futura maggioranza parlamentare e il relativo governo?
• Cominciamo da Berlusconi che sta sorpassando Monti.
Guardi che è tutto da dimostrare. Bersani per esempio ha risposto: «Col binocolo». È vero però che le ultime idee del Cavaliere hanno creato un minimo di subbuglio nella pozzanghera elettorale nella quale galleggiamo, volenti o nolenti, tutti quanti. Queste proposte sono: restituzione dell’Imu 2012 e sua successiva cancellazione; condono fiscale. Sul condono fiscale è arrivato a Berlusconi un «non se ne parla nemmeno» da parte dell’alleato Maroni e un inaspettato sostegno da parte del procuratore generale della Corte dei Conti, Antonio Nottola: «Non sempre il gettito dei condoni è stato effettivamente incassato, e in quel caso il condono si risolve sostanzialmente in una sanatoria generale per il mancato pagamento delle imposte. Ma il condono ha anche le sue ragioni: serve a deflazionare il contenzioso, e a realizzare rapidamente introiti che altrimenti sarebbe difficile realizzare. Le motivazioni del condono sono intuitive e fondate». «Deflazionare il contenzioso» significa che con il condono verrebbero tagliate un mucchio di cause tra fisco e contribuenti, cause che contribuiscono a ingorgare i tribunali. È un fatto che questo insistere di Berlusconi sulle tasse, tema su cui gli altri prevalentemente tacciono, avrebbe fatto guadagnare al Pdl un altro paio di punti. Il problema è: questi eventuali due punti si sommano a quale zoccolo di consensi? Il 13%? Il 20%? Il 24%? Sentiamo le valutazioni più diverse dai vari istituti anche per quanto riguarda la forza del Pd. Quindi, la verità: non lo sappiamo e, per fortuna, a partire da domenica questo tormento dei sondaggi ci sarà risparmiato perché la legge vieta di renderli pubblici nelle ultime due settimane di campagna. Infine, un bel po’ di italiani decidono negli ultimi giorni se non nelle ultime ore. Quindi, in definitiva, risultare in testa a gennaio o nella prima settimana di febbraio non è poi troppo significativo.
• Veniamo ai rapporti tra Bersani e Monti.
I due si sono bastonati abbastanza fino all’altro ieri, poi martedì, forse intimoriti dallo spread e da altri brontolii europei, i proclami si sono fatti più cauti. I due sono attestati al riparo di queste frasi. Bersani: «Ho già detto che se anche vincessi col 51%, mi comporterei come se avessi vinto col 49%» concetto ripetuto ieri e che significa: allargherò comunque la coalizione ai centristi. La risposta di Monti è: «Siamo pronti a collaborare con chiunque voglia fare le riforme» frase che lascerebbe una porta aperta anche al Pdl. Infatti nei giorni scorsi Monti ha detto che sarebbe pronto a dialogare con un centro-destra che rinunciasse a Berlusconi. Il sogno del premier è sempre quello di piazzarsi in mezzo ai due contendenti e di tenersi in piedi anche grazie alle reciproche inimicizie. Io dico che bisogna vedere quanti voti prenderà e, addirittura, se supererà lo sbarramento nazionale del 10% alla Camera e dell’8% regionale al Senato. Se restasse al di qua della soglia, il Pd e il Pdl si troverebbero a ballare insieme un tango suonato da Grillo.
• Bersani potrebbe allargare la coalizione a sinistra, inglobando Ingroia.
Ieri Vendola ha ribadito che a un’alleanza con Monti non ci sta. Il dialogo è possibile solo sulle riforme istituzionali, eccetera. Penso che sia teatro soprattutto questo. Il Sel teme la concorrenza di Ingroia e non può fare il morbido. D’altra parte Ingroia ha detto ancora ieri: «L’accordo tra Bersani e Monti sarebbe la sciagura più grossa». Monti ha risposto: «Immagino che se Bersani è interessato, come ha dichiarato, a una collaborazione con le forze che rappresento dovrà fare delle scelte all’interno del suo Polo».
• Cioè si augura che Vendola si stacchi
dal Pd.
Sì, così come si augura che i montiani del Pdl vengano a lui.
• È vero che come presidente della Repubblica potrebbe essere rieletto Napolitano?
È un’ipotesi che circola. L’ha annunciata Casini. L’idea sarebbe quella di un accordo complessivo tra tutti: Napolitano resterebbe uno-due anni, si farebbe un governo di coalizione incaricato soprattutto dei provvedimenti economici e della nuova legge elettorale. Passati i due anni, si tornerebbe al voto eleggendo il nuovo capo dello Stato. Sono arzigogoli dettati dall’incubo del pareggio. Dunque possibili se non probabili.