6 febbraio 2013
Tags : Toni Belloni
Biografia di Toni Belloni
• (Antonio) Gallarate (Varese) 1954. Manager. Numero due del colosso del lusso Lvmh.
• «Toni “il legionario”. È questo il soprannome che gli amici più stretti danno ormai a Toni Belloni (…) dopo che (…) il presidente Bernard Arnault, in nome e per conto di Nicolas Sarkozy, gli ha conferito l’onorificenza di “Chevalier de l’ordre national de la Legion d’honneur”, in riconoscimento dell’importante lavoro svolto da Belloni per mettere ordine nelle tante attività del gruppo francese. (…) Laureato in Economia a Pavia, è uno dei più importanti manager italiani con incarichi ai massimi livelli in aziende internazionali» (Mi.C.) [S24 13/3/2009].
• Il 26 ottobre 2009, comprando e rivendendo 250 mila azioni Lvmh, ha guadagnato 18 milioni di euro in un giorno. «Il favoloso jackpot del manager Toni Belloni (…) si è realizzato nei giorni in cui il numero uno Bernard Arnault sferrava l’attacco al grande rivale Hermès, provocando il rialzo di entrambi i titoli. Sabato 23 ottobre Arnault ha annunciato di essere salito al 14% della società concorrente e di essere pronto ad aumentare la quota fino al 17,1%: operazione portata a termine pochi giorni dopo, mercoledì 26 ottobre. Quella mattina di mercoledì Belloni, il più stretto collaboratore di Arnault, ha pensato che era venuto il momento di usare le sue stock options, di avvalersi cioè del diritto di comprare azioni Lvmh a un prezzo concordato in anticipo con la sua azienda, decisamente inferiore a quello del mercato. Il top manager italiano ha acquistato 200 mila azioni Lvmh al prezzo di 37 euro l’una, e altre 50 mila Lvmh a 61,77 euro ciascuna, spendendo in totale 10,48 milioni di euro. Poche ore dopo, Belloni ha rivenduto le stesse azioni, stavolta al prezzo di mercato, sicuro di trovare immediatamente acquirenti anche in virtù dell’assalto a Hermès. E infatti: cedendo le azioni a 112,35 euro l’una, Belloni ha incassato 28,08 milioni di euro. Tolti i 10 milioni spesi al mattino, se ne è messi in tasca 18. “Regole perfettamente rispettate”, ha dichiarato un portavoce di Lvmh al quotidiano Parisien, autore della scoperta sul sito dell’Autorità» (Stefano Montefiori) [Cds 8/11/2010]. • «Nel 2009 è stato il manager più pagato di Francia, con uno stipendio annuale di 5,3 milioni di euro (oltre un milione in più del gran capo Arnault, a sua volta l’uomo più ricco di Francia)» [Montefiori, cit.].
• «In comune, Arnault, 64 anni, e Belloni, 58, hanno almeno due caratteristiche: amano fare soldi e non amano i giornalisti. La differenza è che Arnault, prima fortuna di Francia e quarta del mondo (secondo il solito Forbes, 32 miliardi di euro), ogni tanto un’intervista la dà. Belloni, mai. (...) Al quinto piano del palazzo dell’avenue Montaigne è uno dei pochi insostituibili di Lvhm, forse l’unico. Non si può nemmeno dire che sia un altro Arnault perché come sia non lo sa nessuno. Non fa vita mondana, non ha mai dato un’intervista, Wikipedia lo ignora, idem il “Who’s who”. Compare in pubblico solo alle assemblee del gruppo. E tace anche lì. Se non parla con i giornali, i giornali parlano di lui quando mette a segno qualche colpaccio in Borsa. Il 26 ottobre 2010 guadagnò in un giorno solo 18 milioni. I francesi, che amano i soldi ma detestano chi li fa, si scandalizzarono perché è l’equivalente di 1.400 anni di Smic, il salario minimo garantito. Insomma, per incassare altrettanto un disoccupato francese avrebbe dovuto (non) lavorare fino al 3.410. Altro colpaccio, il 24 dicembre 2012, quando Belloni vendette un po’ di stock options intascando 11 milioni: il Natale più ricco della storia francese. In una rara occasione in cui aprì bocca, Belloni spiegò che la ragione del suo successo era che “a differenza dei miei amici, in tasca avevo sempre pochi soldi”. Infatti: a 15 anni andò a finire il liceo negli Stati Uniti partendo con 60 dollari in tutto. Poi laurea in Economia a Pavia, poi 22 anni alla Procter & Gamble, poi Lvhm, dal 2001. Più o meno, è tutto quel che si sa di lui, a parte che è sposato, ha tre figli, una passione per il basket e per le vecchie moto. Con Arnault, è chiaro, si intende alla perfezione» (Alberto Mattioli) [Sta 10/7/2013].
• Sposato, tre figli, ama il basket e le sue due vecchie moto, una Puch 175 e un’Hercules 125.