6 febbraio 2013
Tags : Bandinelli Silvio
Biografia di Bandinelli Silvio
• Tripoli (Libia) 21 dicembre 1954. Regista e produttore. Soprattutto di porno. Nel 2011 ha prodotto Bunga, Bunga Presidente (ispirato a Berlusconi): grande successo mediatico nazionale ed estero (ne hanno dato notizia il britannico Guardian e il tedesco Bild). Lo stesso anno ha partecipato alla trasmissione La Zanzara su Radio 24. Dal 2008 s’è trasferito con la famiglia a Formentera.
• «Qualcuno storcerà il naso a sentir etichettare la sua vicenda come un ennesimo episodio di fuga di cervelli dal nostro paese. Ma nel caso di Silvio Bandinelli siamo indiscutibilmente al cospetto di un artista nel suo genere. E pace se il genere in questione è il cinema porno, forma d’arte underground che pochi ammettono esplicitamente di coltivare (...) via dall’Italia assieme a Monica, compagna di vita e collega (molti dei film a firma Frank Simon sono opera sua), e alla loro deliziosa Zoe (...) La direzione scelta è la Spagna. Formentera. Motivo di questa scelta: la pornotax, strumento fiscale approntato nel 2002 (...) In cifre, è una stangata: addizionale del 25%, che fa impennare a oltre il 70% l’aliquota dei soggetti operanti in questo settore della produzione culturale. In tali condizioni, la scelta è stata inevitabile: liquidare Showtime, la casa di produzione fondata nel 1996 e presto diventata un punto di riferimento del porno italiano, e provare l’avventura altrove. “Non valeva la pena continuare qui. Abbiamo scelto di andare in un paese dove almeno vigono regole certe, e in cui non possa capitare a un imprenditore di ritrovarsi da un giorno all’altro strozzato dalle tasse. Mi lascio alle spalle un ambiente, quello del porno italiano, che forse non ha compreso appieno la gravità dei tempi che verranno. Non c’è stato un tentativo di azione coordinata, di fare cartello, di cercare alleanze. E, del resto, chi mai al di fuori del nostro settore si schiererebbe pubblicamente in favore del porno? Temo che gli operatori di questo settore credano di avere davanti, come era capitato in passato, la solita minaccia priva di conseguenze. Ma stavolta non sarà così. Gli effetti? Si tornerà ai tempi in cui il porno ingrassava un vasto mercato nero”. (...) Laureato in Lettere all’Università di Firenze col massimo dei voti discutendo una tesi in Storia del cinema, Silvio effettua le sue prime esperienze nel mondo della comunicazione entrando in pubblicità. Dapprima come modello (per due anni è protagonista nella campagna pubblicitaria della Piaggio dedicata alla Vespa), poi come produttore di spot per giocattoli. Esperienza che ancora ricorda come la meno gratificante della sua carriera. “Fui tra i primi a inventare la formula del gadget-giocattolo allegato alla rivista che allora editavo. Vado orgoglioso degli Occhiali di Angelorso, che vennero distribuiti in 150.000 esemplari. Un successo inaspettato, ma le soddisfazioni commerciali non bastavano. Purtroppo nella mia ingenuità credevo che il giocattolo fosse dalla parte dei bambini; nulla di più falso. Arrivo a dirti che il porno, al confronto del giocattolo, ha persino una sua innocenza. Iniziai a lavorare nel porno quando ancora operavo nella pubblicità, e forse fu proprio il contrasto fra i due mondi a farmi optare per la carriera da regista hard. Il porno è una forma d’espressione underground, antagonista rispetto al mainstreaming della comunicazione pubblicitaria”. La svolta verso la nuova vita comporta l’addio al mondo dell’advertising, consumato senza rimpianti e con poche amicizie residue. E da subito l’hard italiano scopre un autore che porta una visione diversa. Attenta al sociale, ai temi dell’attualità, persino capace di raccogliere la sfida del cimento impegnato. Politicamente schierato a sinistra, Bandinelli produce titoli che certo non difettano di coraggio: fra gli altri, una rilettura a luci rosse di Macbeth, Anni di piombo, Cuba, Abuso di potere, e l’inequivocabile Forza Italia. Tocca l’apice con Mamma (1998), film ambientato nel periodo della Resistenza che gli vale un invito alla Casa della Cultura di Milano per un dibattito. “Ma nel frattempo il porno è cambiato, stava già cambiando quando io iniziavo la mia carriera. C’è stata una continua perdita di mercato, che con l’avvento di internet si è spinta all’estremo. Fino a pochi anni fa aveva senso parlare di uno star system dell’hard core, e si arrivava a mettere su produzioni da 150.000 euro. Adesso ci si aggira sui 20.000 euro, e la differenza si vede. Purtroppo il cambiamento ha riguardato anche il canone estetico. Il cinema porno degli anni Settanta e Ottanta si avvaleva degli stessi tecnici del cinema ufficiale, portatori della stessa professionalità. Poi invece l’arrivo delle telecamere digitali ha scombussolato tutto. La possibilità di realizzare il cinema istantaneo (i “gonzo”), con attori che arrivavano a filmare se stessi all’opera, ha prodotto una rivoluzione dal basso, una vera ondata di socialismo a invadere un mondo da sempre (e non saprei dirti perché) schierato politicamente a destra. Purtroppo in questa direzione si è proceduto senza limiti. Il boom dell’amatoriale ha fatto precipitare la qualità, che già con l’abbandono del 35 mm era andata dissipata. E inoltre incide quello che definisco il passaggio fra l’era-AV e l’era-DV: avanti-viagra e dopo-viagra. Prima c’era sempre il rischio della defaillance, e questo valorizzava la figura del divo, tant’è che di veri divi italiani del calibro di Rocco Siffredi e Roberto Malone se ne trovava pochi; adesso non è più così, l’uso professionale del viagra ha standardizzato tutto. (...) Ricordo che quando nel 2000 lanciai la serie sulle Mamme italiane mi sentii dare del pazzo. In questo paese non si può toccare la figura della mamma, mi dicevano, è un tabù. E invece fu un grande successo commerciale. È solo un aspetto del cambiamento dell’immaginario italiano espresso attraverso il cinema hard. Prendi, altro esempio, il ruolo del trans; che fino a qualche anno fa doveva avere un ruolo soltanto passivo. Adesso si pretende sempre più spesso che abbia un ruolo attivo. E poi, di specifico del mercato italiano, c’è l’attrazione per l’attrice nostrana; la presenza di un’italiana in una garanzia di successo commerciale”» (Pippo Russo) [Rif 1/3/2009].