Fior da fiore, 3 febbraio 2013
Il Quirinale mette online il bilancio delle spese • La metà degli onorevoli migliori rimarrà fuori dal Parlamento • Avremo un Parlamento rosa per almeno il 30 per cento • In Italia le donne votano più a destra degli uomini • Quanti voti vale Mario Balotelli • Zeman ha saputo di essere stato silurato da sua moglie • In Trentino arrivano le case sugli alberi
Quirinale 1 Il bilancio di previsione delle spese del Quirinale per il 2013 è stato pubblicato per la prima volta sul sito internet. La cifra complessiva è di 228 milioni di euro, pari a quella degli anni 2010, 2011 e 2012, già in calo di 3.217.000 euro rispetto al 2009 (M. Io., Cds).
Quirinale 2 In sette anni il personale del Quirinale si è ridotto di 461 unità, passando da 2.181 a 1.720 dipendenti (M. Io., Cds)
Sgobboni e nullafacenti Matematici e scienziati dell’associazione Open Polis hanno stilato con un algoritmo la classifica dei parlamentari (deputati e senatori) in base al loro indice di produttività. Alla fine della legislatura, e dopo la presentazione delle liste, il quotidiano La Stampa è andato a vedere quanto paga darsi da fare. Risultato: la metà dei migliori rimarrà fuori dal Parlamento. «Il migliore in assoluto alla Camera è Donato Bruno (Pdl), premiato con un seggio sicuro. Seggio sicuro anche per il peggiore, l’avvocato Niccolò Ghedini: molto assente in Aula, e poco incisivo nelle battaglie che ha cercato di portare avanti. Ma evidentemente gli oltre mille punti di distacco tra i due non sono stati sufficienti per convincere il partito a non ricandidare l’avvocato del Cavaliere. Il Pd ha scelto di non ricandidare il peggiore senatore in assoluto, quel Vladimiro Crisafulli che ha fatto il pieno alle primarie dei parlamentari. Ma la decisione è arrivata in seguito alle disavventure giudiziarie del senatore siciliano e non dovute alla bassa, bassissima, produttività nella legislatura che sta per chiudersi. In totale sui 60 migliori sono 24 gli eletti sicuri, 14 quelli in posizione a rischio e 22 quelli non più ricandidati. Diciotto dei 60 peggiori invece sono sicuri di rientrare, trenta sono stati esclusi e dodici sono quelli a rischio ingresso. A rischio nostro, ovviamente» (Marco Castelnuovo, Sta).
Donne 1 Tutte le stime sugli eletti ci dicono che avremo un Parlamento rosa almeno per il 30%. Nella passata legislatura eravamo rimasti a quota 193, il 20,33%. Il Pd, il partito che più ha aperto le liste al femminile, dovrebbe portare in Parlamento almeno 154 donne. Grillo ne dovrebbe eleggere 40, il Pdl 38, Scelta civica 17, Vendola 24, la Lega 6, Ingroia 4 e l’Udc 2. (Dario Di Vico, Cds)
Donne 2 «Secondo Renato Mannheimer non ci sono “differenze pazzesche” nell’orientamento di voto delle donne tra le politiche del 2008 e oggi e ciò nonostante l’ultima fase della legislatura si sia caratterizzata per le vicende legate all’esercizio del bunga bunga e Silvio Berlusconi, considerato un monumento vivente del maschilismo e della sottomissione femminile, alla fine si sia ripresentato ai nastri di partenza. Secondo Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, non siamo in presenza di una vera diaspora dell’elettorato femminile di centrodestra, il grosso delle elettrici sopra i 50 anni resta sostanzialmente con il Cavaliere mentre le donne dai 44 anni in giù si considerano in libera uscita. Sono indecise il doppio degli uomini loro coetanei e “si guardano attorno”. Quindi se allontanamento c’è stato è di tipo selettivo, con il fattore età a fare da discriminante. La mossa con la quale il Cavaliere si è accasato con Francesca Pascale, con una tempistica ricalcata sul calendario dei comizi, è considerato un fattore ininfluente mentre non va dimenticato che storicamente il voto femminile in Italia si è collocato sempre più a destra rispetto a quello maschile. Tanto che la leggenda narra come nella sinistra italiana subito dopo il fatidico 18 aprile 1948 più di qualcuno avesse maledetto l’accordo De Gasperi-Togliatti per concedere il voto alle donne. “Lo spostamento del voto femminile da destra verso sinistra nei maggiori Paesi europei si verifica attorno agli anni 90, da noi solo a partire dal 2006 e si presenta come una secolarizzazione visto che dietro aveva la lunghissima stagione dell’egemonia della Dc e dei parroci come opinion maker” commenta Elisabetta Gualmini, prima donna a dirigere il prestigioso Istituto Cattaneo di Bologna». (Dario Di Vico, Cds)
Balotelli Secondo Beppe Severgnini Berlusconi ha comprato Balotelli per distrarre gli elettori: «Una distrazione indotta da bonomia, sorrisi, omissioni, semplificazioni e colpi di scena. Ricordare che solo Haiti e Zimbabwe, tra il 2001 e il 2011 (quando abbiamo rischiato la bancarotta), sono cresciuti meno dell’Italia? Meglio di no, pensa Cavalier Oblivion, che in otto di quei dieci anni tracciava la rotta e guidava la nave. Le sue sirene politiche, oggi, cantano canzoni seducenti: andrà tutto bene, non c’è bisogno di sacrifici, la vita è bella e il campo, in televisione, è sempre verde. L’acquisto di Balotelli non è una coincidenza. E il procedimento non è nuovo. [...] Qualcosa di simile è già successo, infatti, nel 2010. Dopo le vittorie degli Anni 90, che ne avevano accompagnato e favorito il successo politico, e due vittorie europee nel 2003 e 2007, Silvio Berlusconi sembrava disamorato della squadra. Il Milan, in quattro campionati, aveva accumulato 79 punti di distacco dall’Inter. Improvvisamente, in estate, nel giro di quarantotto ore, arrivarono Ibrahimovic e Robinho, due giocatori ottimi e costosi. Cos’era accaduto? Secondo il sondaggista Luigi Crespi, un tempo il favorito di Berlusconi, “una lobby trasversale di manager, uomini politici, giornalisti, gente di spettacolo e di cultura milanisti” aveva commissionato un sondaggio dai risultati sorprendenti: “Il premier avrebbe rischiato di perdere il 20-25 per cento dei milanisti che votavano Pdl. In termini elettorali si sarebbe trattato di una perdita di almeno mezzo milione di voti, pari a 2 punti percentuali”. Stavolta non c’è stato bisogno del sondaggio. Silvio Berlusconi, che l’8 gennaio scorso aveva definito Balotelli “una mela marcia” in grado di “infettare lo spogliatoio del Milan” ha fatto i suoi conti, e ha cambiato idea [...] Mario Balotelli come espediente narrativo e talismano contro l’insuccesso. Perché l’insuccesso, nella cosmogonia berlusconiana, costituisce un’onta. La prospettiva della vittoria, per quanto remota, è invece un lungo, delizioso preliminare [...]» (Beppe Severgnini, Cds).
Zeman Zdenek Zeman, ct della Roma per 243 giorni, ha saputo di essere stato esonerato da sua moglie. La società, non riuscendo a contattarlo per tutta la mattina (era andato a giocare a golf) dopo tre ore di chiamate non risposte ha deciso di comunicare il siluramento al boemo contattando la consorte Chiara (oltre che il figlio Karel, il consulente Alberto Faccini e l’intero clan dei suoi collaboratori).
Case sugli alberi La Provincia autonoma di Trento (dove il 56 per cento del territorio è coperto da boschi e si contano 55 milioni di alberi, mille per ogni abitante) ha approvato una mozione di Mauro Delladio, ribattezzato il “consigliere Tarzan”, per individuare nuove aree da destinare a villaggi sugli alberi. Tanti i Comuni sono pronti a dare il via libera a villaggi «disegnati su misura per il Barone Rampante. Giochi per bambini? Nient’affatto: moduli per 2-4 persone dotati di ogni servizio, fornelli da cucina esclusi ma solo per eliminare il rischio di incendio. Capsule appese a cavi tirati fra i rami, oppure ancorate ai tronchi o ancora appoggiate al terreno come palafitte che si spingono tra le fronde, dove chi vorrà potrà svegliarsi al mattino e ammirare la valle incorniciata dai rami di una conifera. A tre metri (almeno) d’altezza» (Andrea Selva, Rep.)
(a cura di Roberta Mercuri)