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 1861  gennaio 27 calendario

Le prime elezioni dell’Italia unita

• Prime elezioni dell’Italia unita, anche se il Regno d’Italia deve ancora essere ufficialmente proclamato. Viene riconosciuto il diritto di voto agli uomini maggiori di 25 anni in grado di leggere e scrivere e che abbiano pagato le imposte per un importo non inferiore a 40 lire (ma può essere elettore, anche non pagando l’imposta di 40 lire, il cittadino che appartenga a determinate categorie, come professori, ufficiali, magistrati ecc.). La legge elettorale di fatto blocca l’accesso al voto al 98% degli italiani. «Del 2% degli aventi diritto, vota in media il 57%. Quindi, in ultima analisi, solo l’1% della popolazione viene coinvolto nel processo di integrazione connaturato all’esercizio di sovranità, che si realizza con la deposizione del voto nell’urna» [Piretti 1995]. Dei 419.846 aventi diritto, votano in 239.746.

• Si votano i membri della Camera dei deputati (il Senato è di nomina regia): sarà di fatto la prima legislatura del Regno d’Italia, ma si è stabilito di proseguire l’ordine cronologico delle legislature del Parlamento subalpino. Dunque si chiamerà VIII legislatura. Le elezioni si svolgono con il sistema della scrutinio uninominale (ogni collegio eleggerà un solo deputato). I seggi alla Camera da assegnare sono 443. Ci sono collegi (pochi) con un solo candidato. Il massimo è sei candidati per collegio.

• Il sistema elettorale prevede un ballottaggio (quest’anno il 3 febbraio) se al primo turno non sono soddisfatte le due condizioni della presenza di almeno un terzo degli elettori al voto e della confluenza del 50% più uno dei votanti su un candidato.

• «Al solito, il ministero dell’Interno fece tutto il possibile per far eleggere i candidati governativi. Ci furono scandali e accuse, ma i liberali erano convinti che fosse addirittura un loro dovere agire così. Dovevano passare molti anni prima che fosse chiaro che le elezioni dovevano avere altre regole. I clericali non vollero partecipare, don Margotti sull’Armonia spiegò che ormai la lotta era ristretta a Cavour e a Garibaldi, cioè si sarebbe dovuto scegliere « tra coloro che combattono il papa con le ipocrisie e coloro che vogliono combatterlo apertamente con l’empietà e con la demagogia ». Protestava anche per le vessazioni a cui erano stati sottoposti i clericali dopo la loro vittoria del ‘57. L’articolo si intitolava: “Né eletti né elettori”. Questa sarà la linea dei cattolici per più di cinquant’anni» (Giorgio Dell’Arti, Cavour, Marsilio 2011).