Fior da fiore, 31 gennaio 2013
A Siena un’associazione a delinquere • I soldi che il Monte dei Paschi ha dato al Pd • Con Balotelli Berlusconi vincerà le elezioni? • Bersani vuole Messi • Ingroia Vs Boccassini • Trovato l’attentatore del consigliere torinese Musy • Un professore ucciso e fatto a pezzi • Gli istituti di ricerca senza ricercatori • Szymborska amava gli oggetti kitsch
Associazione a delinquere I pubblici ministeri dicono che al vertice del Monte dei Paschi c’era un’associazione a delinquere che truccò i conti con un unico disegno criminale. I coinvolti sono l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex capo dell’Area finanza Gianluca Baldassarri e il suo vice Alessandro Toccafondi, oltre a quei manager che si occuparono dell’acquisto di Antonveneta. Erano tutti d’accordo, secondo gli inquirenti, quando firmarono il patto segreto con i vertici del Banco Santander per truccare i conti e far salire il prezzo provocando una plusvalenza di oltre due miliardi di lire.
Monte e partiti Giuseppe Mussari in dieci anni ha versato nelle casse del Pd di Siena e della locale federazione Ds 683.500 euro. L’ultimo assegno da 99 mila euro quando era già presidente dell’Abi. Nessun altro banchiere, in Italia, è stato altrettanto prodigo verso un partito. Come lui, una ventina di dirigenti e manager del Monte per anni ha finanziato la politica. Soprattutto il Pd e i Ds di Siena, che hanno incassato in una decina d’anni un milione e mezzo di euro. Nell’elenco c’è anche, con 125 mila euro versati fra il 2010 e il 2011, il presidente della Banca Antonveneta Ernesto Rabizzi. Ma anche altri partiti hanno goduto di finanziamenti del Monte: il presidente della fondazione Gabriello Mancini nel 2004 ha offerto 10 mila euro alla Margherita; il Partito popolare ha preso 60 milioni di lire da parte di Giuseppe Catturi, consigliere di molte società del gruppo; Lorenzo Gorgoni, nel consiglio del Monte, finanziò nel 2005, con 25 mila euro più altrettanti di sua sorella Antonia, la campagna elettorale del forzista Raffaele Fitto in Puglia (Rizzo, CdS). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Balotelli L’acquisto da parte del Milan di Mario Balotelli fa acquistare al Pdl un punto in più nei sondaggi. Altri addirittura indicano il 2 per cento (e quasi centomila voti in più in Lombardia) (Calabrò, CdS).
Messi «Vi do l’annuncio: sto trattando per Messi al Bettola football club, gratis. Nella mia città non c’è la squadra, ma mi dicono che Messi gioca da solo, secondo me ce la fa» (Pierluigi Bersani).
Ingroia Riassunto del battibecco Ingroia-Boccassini (e altri). Ingroia: «Non è un caso che quando Falcone iniziò la sua attività di collaborazione con la politica le critiche peggiori giunsero dalla magistratura. È un copione che si ripete». Boccassini: «Vergogna». Ingroia: «Ilda Boccassini conti fino a tre prima di parlare. Mi basta sapere cosa pensava di lei Borsellino e cosa pensava di me». Maria Falcone: «Rispetto la storia professionale dell’ex procuratore aggiunto di Palermo. Ma la storia di mio fratello è stata del tutto diversa. E non permetto a nessuno di parlare di Giovanni per autopromuoversi a livello politico». Ingroia: «Io non ho mai usato il nome di Giovanni Falcone per i voti. Lei invece sì, quando si candidò per prendere il seggio al Parlamento europeo e non venne neppure eletta». Salvatore Borsellino: «Paolo nelle campagne elettorali non c’è mai voluto entrare e non ci vorrebbe certo entrare da morto».
Musy Quacuno il 21 marzo dell’anno scorso sparò al consigliere comunale di Torino, Alberto Musy, 45 anni, dell’Udc. Questi fu colpito nel cortile di casa sua e finì in coma (tuttora è in questo stato in un centro di riabilitazione). Le telecamere mostrarono un uomo col volto coperto da un casco integrale. Cercando in «quel sottobosco politico spesso composto da faccendieri e portaborse» (dice Aldo Faraoni, questore di Torino), ieri sono arrivati a Francesco Furchì, 49 anni, calabrese della provincia di Vibo Valentia, presidente dell’associazione Magna Grecea Millegnum (scritta proprio così) per promuovere la cultura e gli interessi della Calabria nel territorio piemontese. Furchì stato riconosciuto soprattutto dalla sua particolare camminata, leggermente dondolante. Due figlie e divorziato dalla moglie (che ha presentato anche due denunce per maltrattamenti), la Procura lo descrive: «Tutti i suoi partner hanno in brevissimo tempo maturato una pessima opinione di lui». Avrebbe sparato a Musy perché da lui si sentiva «tradito tre volte»: per una mancata raccomandazione a un aspirante docente universitario a Palermo; per non essere stato proposto per incarichi politici dopo le elezioni comunali alle quali si era candidato in una lista che sosteneva Musy sindaco e per il fallimento dei tentativi di trovare investitori per rilevare l’azienda ferroviaria privata Arenaways.
Delitto Riccardo Chiurco, 72 anni, professore in pensione e vedovo. Da qualche tempo era tornata a vivere con lui la figlia Stefania, 38 anni, studentessa di Medicina a Perugia. Le litigate erano frequenti: il professore le rimproverava di non essere ancora riuscita a laurearsi. Perciò un paio di settimane fa, non si sa come e forse non da sola, lo uccise e lo smembrò. I pezzi distribuiti in otto scatoloni di cartone riempiti di calce e borotalco, sigillati con il cellophane e lo scotch e conservati in casa. I parenti del professore, che da giorni non riuscivano a telefonargli, andarono a bussare: Stefania non aprì, ma anche da fuori poterono sentire il puzzo e avvisarono i carabinieri. In una palazzina borghese di Trebisacce, Cosenza.
Ricercatori Problema degli istituti di ricerca: in molti di loro c’è personale amministrativo, ma non i ricercatori. Esempi: l’Istituto nazionale di alta matematica ha dieci persone in pianta organica composta da un dirigente e nove fra tecnici e amministrativi. Nessun ricercatore a tempo indeterminato. L’Istituto italiano di studi germanici ha sei dipendenti: cinque fra tecnici e amministrativi, un solo ricercatore. Considerando tutti gli enti pubblici di ricerca i lavoratori con un contratto stabile sono 24.434, ma se contiamo solo i ricercatori si scende a 12.978 (Salvia, CdS).
Kitsch Tra gli oggetti collezionati dalla poetessa Szymborska, amante del kitsch: un carillon a forma di maialino peloso con la coda come manovella, una gamba di donna in marzapane, un posacenere pieghevole a forma di aquila, un ventaglio di legno con i ritratti dei generali dell’imperatore Francesco Giuseppe dipinti a mano, una penna a forma di osso della mano, una seggiolina in plexiglass trasparente con dentro del filo spinato. Quando era stanca, se ne liberava organizzando una pesca (Bikont e Szczesna, CdS).
(a cura di Daria Egidi)