Rassegna, 28 gennaio 2013
Discoteca in fiamme, strage di ragazzi in Brasile
• A Santa Maria, capitale dello Stato brasiliano Rio Grande do Sul, c’è stata una strage di ragazzi nella notte tra sabato e domenica. Colpa di un incendio scoppiato nella discoteca Kiss, dove era in corso la festa “Agromerados” per il passaggio dell’esame d’ammissione. Alla Fine si sono contati più di 230 cadaveri, tutti ragazzi tra i 16 e i 20, quasi tutti morti asfissiati. Altri cento sono in condizioni gravi in ospedale. La dinamica dell’incidente per come la racconta Cotroneo sul Cds: «Un razzo, simile a quelli che si usano in mare per le emergenze, scappato di mano a uno dei musicisti, o lanciato per aria di proposito durante la coreografia del concerto. Le scintille che attaccano subito la spuma dell’isolamento acustico del soffitto, poi le fiamme che si propagano alle tende, ad altri materiali della scenografia. È un attimo e il fumo nero invade tutto, i ragazzi si accalcano disperati verso l’uscita, ma è troppo angusto lo spazio, e troppo avaro il tempo per non svenire, perdere i sensi, o finire schiacciato dagli altri. C’è un unico accesso al Kiss, da lì si entra e si esce. È un portone appena più grande di uno comune, ridicolo per un locale che può ricevere fino a 2 mila persone. I pompieri arrivano in pochi minuti, ma possono fare poco. Nemmeno riescono a entrare per spegnere il fuoco, e vi rinunciano quando si rendono conto che soltanto da lì possono uscire i ragazzi. Cominciano allora a prendere a colpi di mazze e scuri le pareti esterne della discoteca, impresa disperata, quando si rendono conto che mai i superstiti o il fumo sarebbero potuti uscire dall’unico accesso».
• Sembra che i buttafuori della discoteca in un primo momento abbiano impedito ai ragazzi di uscire, convinti che all’interno del locale fosse scoppiata una rissa e molti stessero solo provando ad uscire per non pagare. In Brasile infatti si paga sempre all’uscita da un locale, presentando alla casa la nota delle consumazioni. [R. Co., Cds]
• Il racconto di Ingrid, 20 anni, studentessa di Infermieristica all’università di Santa Maria: «Sembrava un fuocherello da niente sul soffitto, sopra il palco. Chissà, qualcuno avrà anche pensato a un effetto speciale inventato della band. Con calma i musicisti hanno smesso di suonare la loro ballata, e poi dal palco qualcuno ha tentato di spegnere l’incendio a secchiate d’acqua. Poi con un estintore. Ma non funzionava, o non sapevano usarlo. Ancora un minuto ed è cominciato l’inferno. Non si vedeva più nulla, non si poteva respirare». [R. Co., Cds]