La Stampa, venerdì 22 giugno 2012, 27 gennaio 2013
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Italia
Villa Verdi a Sant’Agata (articolo del 22/6/2012)
La Stampa, venerdì 22 giugno 2012
È poco nota la passione botanica che innervava le ore liete di Giuseppe Verdi (1813-1901). Nato in una piccola casa di campagna a Roncole, oggi museo natale del compositore, dopo il successo del Nabucco nel 1848 acquista una piccola tenuta a Sant’Agata di Villanova sull’Arda, nella pianura piacentina, dove si trasferisce pochi anni più tardi. Fa restaurare e ampliare l’abitazione, si applica alla disciplina dell’arboricoltura e inizia a disegnare un parco all’inglese, scegliendo anche specie alloctone ed esotiche, immaginando un laghetto artificiale attraversato da un ponticello. Respirando l’aria di questa campagna Verdi compone buona parte della trilogia popolare, fra il ’51 ed il ’53, composta da Rigoletto, Trovatore e Traviata.
All’ingresso del parco svetta un grande platano plurisecolare, l’unico albero già presente al momento dell’acquisto da parte di Verdi. Gli eredi e attuali proprietari affermano che sia un albero di almeno 300 anni, della specie Platanus orientalis, ma chi scrive serba qualche dubbio sull’età. I sentieri si trovano prevalentemente in ombra, nel corso di un secolo e mezzo la flora s’è moltiplicata, gli alberi appaiono in buona salute e così oggi si possono incontrare noci del Caucaso , noci americani, farnie, tassi, cipressi dell’Arizona, siepi di carpino nero e ancora magnolie grandiflora, pioppi neri, tigli, abeti, falsi cipressi, esemplari di alberi della pioggia dorata. Fra gli alberi più spettacolari un altissimo noce americano, che sfiora i 28 metri, una magnolia dall’insolita altezza di circa 25 metri e un Ginkgo biloba femmina che se ne sta accanto alla villa, un tronco da cui parte un figlio ruspante, due ramificazioni sostenute da bastoni.
Una barchetta dal tono romantico sta davanti alle tre grotte, tipiche di molte ville di metà 800, che inaugurano il laghetto artificiale a due polmoni immerso nella pacifica ombra coltivata da una ventina di tassodi, i cipressi della palude immancabili nei parchi cittadini e nei giardini storici. Sono cresciuti in altezza, intorno ai 30 metri, ma non molto in circonferenza, con i maggiori che si aggirano fra i 280 ed i 300 cm. La costa è costellata di radici affioranti, i pneumatofori che servono a questa specie per respirare fuori dall’acqua. Mancano una mappa ed una pubblicazione che illustrino le meraviglie botaniche qui presenti, ma presto anche questa lacuna sarà colmata.
La villa e il parco sono visitabili da marzo a ottobre, tutti i giorni (9.30-11.30 e 14.30-18.30 tranne il lunedì). Per informazioni: 0523 83.00.00.
È poco nota la passione botanica che innervava le ore liete di Giuseppe Verdi (1813-1901). Nato in una piccola casa di campagna a Roncole, oggi museo natale del compositore, dopo il successo del Nabucco nel 1848 acquista una piccola tenuta a Sant’Agata di Villanova sull’Arda, nella pianura piacentina, dove si trasferisce pochi anni più tardi. Fa restaurare e ampliare l’abitazione, si applica alla disciplina dell’arboricoltura e inizia a disegnare un parco all’inglese, scegliendo anche specie alloctone ed esotiche, immaginando un laghetto artificiale attraversato da un ponticello. Respirando l’aria di questa campagna Verdi compone buona parte della trilogia popolare, fra il ’51 ed il ’53, composta da Rigoletto, Trovatore e Traviata.
All’ingresso del parco svetta un grande platano plurisecolare, l’unico albero già presente al momento dell’acquisto da parte di Verdi. Gli eredi e attuali proprietari affermano che sia un albero di almeno 300 anni, della specie Platanus orientalis, ma chi scrive serba qualche dubbio sull’età. I sentieri si trovano prevalentemente in ombra, nel corso di un secolo e mezzo la flora s’è moltiplicata, gli alberi appaiono in buona salute e così oggi si possono incontrare noci del Caucaso , noci americani, farnie, tassi, cipressi dell’Arizona, siepi di carpino nero e ancora magnolie grandiflora, pioppi neri, tigli, abeti, falsi cipressi, esemplari di alberi della pioggia dorata. Fra gli alberi più spettacolari un altissimo noce americano, che sfiora i 28 metri, una magnolia dall’insolita altezza di circa 25 metri e un Ginkgo biloba femmina che se ne sta accanto alla villa, un tronco da cui parte un figlio ruspante, due ramificazioni sostenute da bastoni.
Una barchetta dal tono romantico sta davanti alle tre grotte, tipiche di molte ville di metà 800, che inaugurano il laghetto artificiale a due polmoni immerso nella pacifica ombra coltivata da una ventina di tassodi, i cipressi della palude immancabili nei parchi cittadini e nei giardini storici. Sono cresciuti in altezza, intorno ai 30 metri, ma non molto in circonferenza, con i maggiori che si aggirano fra i 280 ed i 300 cm. La costa è costellata di radici affioranti, i pneumatofori che servono a questa specie per respirare fuori dall’acqua. Mancano una mappa ed una pubblicazione che illustrino le meraviglie botaniche qui presenti, ma presto anche questa lacuna sarà colmata.
La villa e il parco sono visitabili da marzo a ottobre, tutti i giorni (9.30-11.30 e 14.30-18.30 tranne il lunedì). Per informazioni: 0523 83.00.00.
Tiziano Fratus