Il Messaggero, giovedì 21 gennaio 2010, 27 gennaio 2013
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Verdi acclamato dai romani (articolo del 21/1/2010)
Il Messaggero, giovedì 21 gennaio 2010
IL 13 aprile del 1893 giunse a Roma, da Milano, un treno speciale. Portava nella Capitale un uomo atteso da tutta la città: Giuseppe Verdi. Il maestro aveva accettato di presenziare alla “prima” romana del suo Falstaff, il 15 aprile, due mesi dopo il debutto assoluto alla Scala del 9 febbraio dello stesso anno. Una gran folla accorse alle undici di sera alla stazione per dargli il benvenuto. Molte le autorità, dal sindaco principe Ruspoli, al maestro Edoardo Mascheroni con l’orchestra del Costanzi e tanta gente comune. Il convoglio arrivò con 20 minuti di ritardo e appena avanzò nella stazione il pubblico cominciò ad applaudire e a gridare «viva Verdi!». Ma non è finita qui. Dopo il clamoroso successo della “prima”, il compositore, nonostante l’età avanzata, non poté evitare di rispondere alla folla esultante che riempiva via Nazionale. Si affacciò a una delle finestre dell’Hotel Quirinale, dove ancora oggi una targa ricorda quell’evento.
Al Quirinale alloggiavano, di preferenza, cantanti e artisti impegnati al Costanzi, che trovavano funzionale il passaggio segreto di collegamento tra l’albergo e il teatro, voluto dallo stesso costruttore del Massimo romano, Domenico Costanzi, l’imprenditore marchigiano al quale peraltro si deve l’albergo stesso, nei primi anni Settanta del XIX secolo. Per l’esattezza, l’hotel fu inaugurato l’8 gennaio 1874. Il 25 novembre 1880 ebbe invece luogo l’inaugurazione del vicino Teatro dell’Opera, che nella neonata Capitale ancora mancava e che Costanzi volle collegare all’albergo con il famoso passaggio interno. Si tratta, in pratica, di una comoda galleria coperta che agli artisti dell’epoca parve una meravigliosa opportunità. Ne hanno “approfittato” personaggi come Toscanini, Puccini, Mascagni, Caruso, Del Monaco e, in anni più recenti, Carla Fracci, Nureyev e addirittura la mitica Callas, protagonista nel 1958 di una chiaccheratissima fuga dal palcoscenico, proprio attraverso la fatidica galleria. E che dire degli incontri, nel corridoio segreto, fra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, che soggiornarono insieme al Quirinale nel 1901, in occasione della “prima” assoluta della Francesca da Rimini? Infine, le mura del vecchio albergo ricordano la grande Isadora Duncan, che nel 1912 passeggiava a piedi nudi non solo nel passaggio segreto, ma anche nei saloni.
IL 13 aprile del 1893 giunse a Roma, da Milano, un treno speciale. Portava nella Capitale un uomo atteso da tutta la città: Giuseppe Verdi. Il maestro aveva accettato di presenziare alla “prima” romana del suo Falstaff, il 15 aprile, due mesi dopo il debutto assoluto alla Scala del 9 febbraio dello stesso anno. Una gran folla accorse alle undici di sera alla stazione per dargli il benvenuto. Molte le autorità, dal sindaco principe Ruspoli, al maestro Edoardo Mascheroni con l’orchestra del Costanzi e tanta gente comune. Il convoglio arrivò con 20 minuti di ritardo e appena avanzò nella stazione il pubblico cominciò ad applaudire e a gridare «viva Verdi!». Ma non è finita qui. Dopo il clamoroso successo della “prima”, il compositore, nonostante l’età avanzata, non poté evitare di rispondere alla folla esultante che riempiva via Nazionale. Si affacciò a una delle finestre dell’Hotel Quirinale, dove ancora oggi una targa ricorda quell’evento.
Al Quirinale alloggiavano, di preferenza, cantanti e artisti impegnati al Costanzi, che trovavano funzionale il passaggio segreto di collegamento tra l’albergo e il teatro, voluto dallo stesso costruttore del Massimo romano, Domenico Costanzi, l’imprenditore marchigiano al quale peraltro si deve l’albergo stesso, nei primi anni Settanta del XIX secolo. Per l’esattezza, l’hotel fu inaugurato l’8 gennaio 1874. Il 25 novembre 1880 ebbe invece luogo l’inaugurazione del vicino Teatro dell’Opera, che nella neonata Capitale ancora mancava e che Costanzi volle collegare all’albergo con il famoso passaggio interno. Si tratta, in pratica, di una comoda galleria coperta che agli artisti dell’epoca parve una meravigliosa opportunità. Ne hanno “approfittato” personaggi come Toscanini, Puccini, Mascagni, Caruso, Del Monaco e, in anni più recenti, Carla Fracci, Nureyev e addirittura la mitica Callas, protagonista nel 1958 di una chiaccheratissima fuga dal palcoscenico, proprio attraverso la fatidica galleria. E che dire degli incontri, nel corridoio segreto, fra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, che soggiornarono insieme al Quirinale nel 1901, in occasione della “prima” assoluta della Francesca da Rimini? Infine, le mura del vecchio albergo ricordano la grande Isadora Duncan, che nel 1912 passeggiava a piedi nudi non solo nel passaggio segreto, ma anche nei saloni.