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 2013  gennaio 27 Domenica calendario

“Il trovatore” e la censura (articolo del 3/11/2000)

Il Sole 24 Ore, venerdì 3 novembre 2000
“Il trovatore” di Giuseppe Verdi debuttò al Teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853. Era un mercoledì. La vicenda si svolgeva tra l'Aragona e la Biscaglia, all'inizio del 1400. Il librettista era Salvatore Cammarano, figlio d'arte, nipote del palermitano Filippo Cammarano, la cui moglie, Rosalia Vitellaro, era stata un'apprezzata cantante. Fonte letteraria del libretto di Cammarano fu un drammaturgo spagnolo, Antonio Garcìa Gutiérrez. Verdi avrebbe voluto, per la parte della zingara Azucena, la cantante Rita Gabussi, ma questa avanzò pretese eccessive e sollevò diverse difficoltà. Inoltre, Verdi era implicato in sgradevoli discussioni con il padre e in chiacchiere di paese a Busseto a causa della sua relazione con Giuseppina Strepponi, e non voleva altri guai. La parte fu affidata al mezzosoprano Emilia Goggi. Il 17 luglio 1852 Cammarano morì improvvisamente, e il completamento del testo fu affidato al giovane Emanuele Bardare. La censura mise diversi bastoni tra le ruote: la parola ”rogo”, ad esempio, ricordava troppo l'Inquisizione e poteva essere interpretata come un'allusione irriguardosa alla Chiesa, il suicidio infastidiva, le parole tratte dalla liturgia come “Miserere” potevano essere sacrileghe... alla fine tutto si risolse, e dopo Natale ebbero inizio le prove. Il successo fu tale che si rifece da capo l'ultima scena, senza curarsi della credibilità drammaturgica (un doppio suicidio è possibile; una doppia decapitazione no).