L’Unità, 13 novembre 1989
Tags : La svolta della Bolognina
Occhetto ai veterani della resistenza: «dobbiamo inventare strade nuove»
L’Unità, lunedì 13 novembre 1989
Abbandoniamo le vecchie strade e inventiamone di nuove; Questo il; senso del discorsacene Achille Occhetto, ospite inatteso e gradito, pronuncia davanti agli ex partigiani riuniti per ricordare la battaglia della «Bolognina». Il segretario del Pci dice che dì fronte agli sconvolgimenti che, avvengono nell’Est è necessario «andare avanti con lo stesso coraggio che fu dimostrato durante la . Quel muro di Berlino che ora cade «non era nello spirito della lotta partigiana e ora con il suo crollo «finisce davvero la seconda guerra mondiale». Rivolto ai «gappisti», Occhetto sostiene che «viamo, in tempi di grande dinamismo». E poi aggiunge: «Gorbaciov prima di dare il via ai cambiamenti in Urss incontrò i veterani e gli disse: voi avete vinto la seconda guerra mondiale, ora se non volete che venga persa non bisogna conservare ma impegnarsi in grandi trasformazioni». Da questo il segretario del Pci trae «l’incitamento a non continuare su vecchie strade ma a inventarne di nuove per unificare le forze di progresso». Alla fine dell’incontro qualche giornalista chiede a Occhetto se «le strade nuove» lascino presagire anche il cambiamento del nome al partito. «Lasciano presagire tutto», risponde il segretario del Pci. Sugli avvenimenti di Berlino interviene Giorgio Napolitano, il quale si auspica una «ricomposizione delle forze di ispirazione socialista in Europa». Per il ministro degli esteri del governo ombra l’internazionale socialista «può consentire oggi questa ricomposizione unitaria sul terreno non più contestato del riconoscimento della democrazia come valore e come condizione per ogni trasformazione in senso socialista».
Un «improvvisata» così l’ha definita lo stesso segretario generale del Pci. Ieri mattina Achille Occhetto si è presentato, ospite inatteso quanto gradito, nella sala del quartiere Navile alla «Bolognina». Tutti gli anni i combattenti antifascisti bolognesi e i cittadini del quartiere si ritrovano per ricordare lo scontro che i partigiani ingaggiarono in piena città con fascisti e tedeschi. Un combattimento impari (che avveniva dopo otto giorni dalla più nota e vittoriosa battaglia partigiana di Porta Lame) con da una parte 17 uomini della 7a Brigata Gap «Gianni» e dall’altra 900 nazifascisti, appoggiati da carri armati e autoblindo. I partigiani lasciarono sul campo cinque morti, non senza avere inflitto forti perdite al nemico.
Un episodio quello della «Bolognina», uno dei tanti che hanno segnato la dura ed eroica lotta di Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione tedesca. Da tempo gli ex partigiani di Bologna e il comitato unitario antifascista della «Bolognina», del quale fanno parte tutte le forze politiche democratiche del quartiere, avevano invitato Occhetto ad intervenire alla loro annuale manifestazione. Ieri mattina la «sorpresa». Insieme al segretario della federazione bolognese del Pci, Mauro Zani, Occhetto è entrato nella sala del quartiere accolto dagli applausi dei numerosi presenti. Una breve cerimoniali ricordo dei caduti alla memoria dei quali è stata coniata una medaglia d’argento consegnata ai familiari (la stessa medaglia verrà donata anche al segretario del Pci). Occhetto ha quindi preso la parola «Ho voluto fare questa improvvisata perché ritengo giusto andare tra la gente che i riunisce per ricordare le grandi battaglie democratiche e di libertà».
Un occasione – ha affermato il segretario del Pci – per richiamare la necessità che tutte le forze democratiche diano il proprio contributo affinché «i valori della lotta di liberazione nazionale vengano trasmessi alle nuove generazioni». «E questo è tanto più importante – ha detto Occhetto – in giorni decisivi per l’Europa quando crolla il muro di Berlino. La costruzione di questo muro non era nello spirito della Resistenza – ha affermato con forza il segretario comunista – e ora con la sua caduta finisce davvero la seconda guerra mondiale».
Occhetto si è quindi rivolto direttamente ai «gappisti» e ai veterani della lotta di Liberazione. «Voglio ricordare che viviamo tempi di grande dinamismo. Gorbaciov prima di dare il via ai cambiamenti in URSS incontrò i veterani e gli disse vo avete vinto la seconda guerra mondiale se ora non volete che venga persa non bisogna conservare ma impegnarsi in grandi trasformazioni». Il segretario del Pci ha quindi aggiunto «Da questo traggo l’incitamento a non continuare su vecchie strade ma ad inventarne di nuove per unificare le forze di progresso. Dal momento che la fantasia politica in questo fine 89 sta galoppando nei fatti è necessario andare avanti con lo stesso coraggio che allora fu dimostrato nella Resistenza».
Prima che si avviasse insieme agli ex partigiani presenti (che lo hanno a lungo festeggiato, a deporre una corona al monumento che ricorda i caduti della «Bolognina», Occhetto è stato avvicinato dai giornalisti presenti i quali gli hanno chiesto se le sue parole lasciano presagire un cambiamento del nome del Pci. «Lascio presagire tutto» ha risposto Occhetto «stiamo realizzando grandi cambiamenti e innovazioni in tutte le direzioni»
Abbandoniamo le vecchie strade e inventiamone di nuove; Questo il; senso del discorsacene Achille Occhetto, ospite inatteso e gradito, pronuncia davanti agli ex partigiani riuniti per ricordare la battaglia della «Bolognina». Il segretario del Pci dice che dì fronte agli sconvolgimenti che, avvengono nell’Est è necessario «andare avanti con lo stesso coraggio che fu dimostrato durante la . Quel muro di Berlino che ora cade «non era nello spirito della lotta partigiana e ora con il suo crollo «finisce davvero la seconda guerra mondiale». Rivolto ai «gappisti», Occhetto sostiene che «viamo, in tempi di grande dinamismo». E poi aggiunge: «Gorbaciov prima di dare il via ai cambiamenti in Urss incontrò i veterani e gli disse: voi avete vinto la seconda guerra mondiale, ora se non volete che venga persa non bisogna conservare ma impegnarsi in grandi trasformazioni». Da questo il segretario del Pci trae «l’incitamento a non continuare su vecchie strade ma a inventarne di nuove per unificare le forze di progresso». Alla fine dell’incontro qualche giornalista chiede a Occhetto se «le strade nuove» lascino presagire anche il cambiamento del nome al partito. «Lasciano presagire tutto», risponde il segretario del Pci. Sugli avvenimenti di Berlino interviene Giorgio Napolitano, il quale si auspica una «ricomposizione delle forze di ispirazione socialista in Europa». Per il ministro degli esteri del governo ombra l’internazionale socialista «può consentire oggi questa ricomposizione unitaria sul terreno non più contestato del riconoscimento della democrazia come valore e come condizione per ogni trasformazione in senso socialista».
Un «improvvisata» così l’ha definita lo stesso segretario generale del Pci. Ieri mattina Achille Occhetto si è presentato, ospite inatteso quanto gradito, nella sala del quartiere Navile alla «Bolognina». Tutti gli anni i combattenti antifascisti bolognesi e i cittadini del quartiere si ritrovano per ricordare lo scontro che i partigiani ingaggiarono in piena città con fascisti e tedeschi. Un combattimento impari (che avveniva dopo otto giorni dalla più nota e vittoriosa battaglia partigiana di Porta Lame) con da una parte 17 uomini della 7a Brigata Gap «Gianni» e dall’altra 900 nazifascisti, appoggiati da carri armati e autoblindo. I partigiani lasciarono sul campo cinque morti, non senza avere inflitto forti perdite al nemico.
Un episodio quello della «Bolognina», uno dei tanti che hanno segnato la dura ed eroica lotta di Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione tedesca. Da tempo gli ex partigiani di Bologna e il comitato unitario antifascista della «Bolognina», del quale fanno parte tutte le forze politiche democratiche del quartiere, avevano invitato Occhetto ad intervenire alla loro annuale manifestazione. Ieri mattina la «sorpresa». Insieme al segretario della federazione bolognese del Pci, Mauro Zani, Occhetto è entrato nella sala del quartiere accolto dagli applausi dei numerosi presenti. Una breve cerimoniali ricordo dei caduti alla memoria dei quali è stata coniata una medaglia d’argento consegnata ai familiari (la stessa medaglia verrà donata anche al segretario del Pci). Occhetto ha quindi preso la parola «Ho voluto fare questa improvvisata perché ritengo giusto andare tra la gente che i riunisce per ricordare le grandi battaglie democratiche e di libertà».
Un occasione – ha affermato il segretario del Pci – per richiamare la necessità che tutte le forze democratiche diano il proprio contributo affinché «i valori della lotta di liberazione nazionale vengano trasmessi alle nuove generazioni». «E questo è tanto più importante – ha detto Occhetto – in giorni decisivi per l’Europa quando crolla il muro di Berlino. La costruzione di questo muro non era nello spirito della Resistenza – ha affermato con forza il segretario comunista – e ora con la sua caduta finisce davvero la seconda guerra mondiale».
Occhetto si è quindi rivolto direttamente ai «gappisti» e ai veterani della lotta di Liberazione. «Voglio ricordare che viviamo tempi di grande dinamismo. Gorbaciov prima di dare il via ai cambiamenti in URSS incontrò i veterani e gli disse vo avete vinto la seconda guerra mondiale se ora non volete che venga persa non bisogna conservare ma impegnarsi in grandi trasformazioni». Il segretario del Pci ha quindi aggiunto «Da questo traggo l’incitamento a non continuare su vecchie strade ma ad inventarne di nuove per unificare le forze di progresso. Dal momento che la fantasia politica in questo fine 89 sta galoppando nei fatti è necessario andare avanti con lo stesso coraggio che allora fu dimostrato nella Resistenza».
Prima che si avviasse insieme agli ex partigiani presenti (che lo hanno a lungo festeggiato, a deporre una corona al monumento che ricorda i caduti della «Bolognina», Occhetto è stato avvicinato dai giornalisti presenti i quali gli hanno chiesto se le sue parole lasciano presagire un cambiamento del nome del Pci. «Lascio presagire tutto» ha risposto Occhetto «stiamo realizzando grandi cambiamenti e innovazioni in tutte le direzioni»
Walter Dondi