Rassegna, 24 gennaio 2013
Mps, queste le operazioni incriminate
• Le operazioni critiche, come ha precisato Mps (su richiesta Consob) sono tre. “Santorini” e “Alexandria”, due strutturati con Deutsche Bank e con Nomura, dove Mps ha investito in Btp lunghi finanziandosi con pronti contro termine e trasformando cedole a fisse in variabili. E “Nota Italia”, contratto con Jp Morgan nel 2006, venditrice di un credito strutturato, a cui Mps cedeva «un derivato con sottostante il rischio Italia», a copertura; derivato da poco chiuso, mentre il prodotto è «classificato nei conti». [Greco, Rep]
• Rivela Pons su Rep che il documento relativo all’operazione Alexandria è stato custodito per tre anni nella cassaforte dell’ex dg del Montepaschi AntonioVigni. «Il documento incriminato sembra sia stato rinvenuto da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola solo dopo una prima visita in casa Nomura per chiedere conto di un’operazione effettuata nel 2009 dal tandem Mussari-Vigni. Era ottobre 2012 e alla banca giapponese sembra siano caduti dal pero: quell’operazione per loro era stata già definita in tutti i dettagli tre anni prima, con tanto di conference call allargata in cui i vertici di Londra chiedevano conferma a Mussari del fatto che revisori e cda erano stati avvisati delle due operazioni di swap che in realtà erano collegate tra di loro. Ricevute sufficienti conferme l’operazione è potuta partire e la registrazione mette Nomura al riparo da successive contestazioni, come spesso avviene in questi casi. Peccato che la seconda parte dell’operazione non è mai stata comunicata non solo al cda ma neanche ai revisori. È saltata fuori soltanto quando Profumo e Viola, con il nastro in mano, hanno setacciato la banca e trovato la cassaforte che per tre lunghi anni ha custodito la prova del misfatto».