Rassegna, 23 gennaio 2013
Israele, Netanyahu vince ma di misura: verso una coalizione ampia
• In Israele ieri si è votato per le legislative. Benjamin Netanyahu è riuscito a strappare una vittoria risicata alla guida della lista Likud-Beitenu. Ma il vero vincitore è statoYair Lapid, il leader dell’esordiente partito centrista Yesh Atid (C’è un futuro), arrivato secondo. Stando agli exit-poll della notte, Netanyahu disporrà alla Knesset di appena 31 seggi su 120. Per avere una maggioranza stabile di almeno 61 seggi dovrà mettere insieme una coalizione ampia. Kadima, il partito centrista che aveva vinto le elezioni precedenti con 28 seggi, non entra nemmeno in Parlamento. La sua fondatrice, Tzipi Livni, con la sua nuova lista NaTnua guadagna 7 seggi. Restano praticamente immutati il partito religioso Shas (11 seggi), i comunisti di Hadash (3) e la lista araba Balad (2). [Baquis, Sta]
• Racconta Baquis sulla Sta che «con l’inizio dello spoglio delle urne, Netanyahu sembrava tecnicamente ancora in grado di comporre un nuovo governo, con il possibile appoggio di Lapid. Se così fosse, molte previsioni della vigilia dovrebbero essere riviste: invece che spostarsi più a destra, l’asse politico del nuovo governo potrebbe essere maggiormente centrista e maggiormente laico. Una sorpresa generale: in primo luogo per lo stesso Netanyahu che – alleandosi con Israel Beitenu di Avigdor Lieberman alcuni mesi fa – sperava di conquistare almeno un terzo della Knesset e che adesso si trova invece costretto a mendicare aiuti anche a formazioni minori. Incalzato da Bait Yehudi, la nuova destra di Naftali Bennett che vince 12 seggi».
• Quelli di ieri sono state le diciannovesime elezioni nella storia di Israele. [Paci, Sta]
• Yair Lapid, volto noto della tv votatosi alla politica pochi mesi fa con la fondazione del partito Yesh Atid. La Paci sulla Sta: «È lui che con piglio dissacrante rispetto alla politica tradizionale ha accantonato gli affari esteri e ha puntato tutto sulle diseguaglianze economiche, l’educazione, il welfare, con il risultato di scavalcare qualsiasi gerarchia e piazzarsi al secondo posto. “Muore dalla voglia di andare al governo ed entrerà nella coalizione” ripetono i politologi. Verosimile. Lui però ha fatto sapere di non voler diventare la foglia di fico di Netanyahu e di essere pronto all’accordo a condizione di non essere solo (vale a dire con Tzipi Livni o con i laburisti di Shelly Yachimovich)».