Rassegna, 21 gennaio 2013
Algeria, terroristi in fuga, oltre 40 gli ostaggi morti
• I reparti speciali algerini hanno setacciato per tutta la giornata di ieri il complesso di In Amenas, per aprire la strada agli sminatori e per scovare gli ultimi terroristi. Perché il sito non è ancora sicuro e i conti continuano a non tornare. Sia per il numero delle vittime che per quello dei miliziani. Ieri ne sono stati catturati altri cinque, e tre sarebbero in fuga, forse nel deserto, forse nel labirinto di tubi e macchinari dove viene estratto il 18 per cento del gas algerino. Il commando era quindi formato da quaranta persone, non trentadue. E probabilmente aveva raggiunto il sito dal Niger, dove si è addestrato. Un commando formato da 11 tunisini, 7 egiziani, 5 maliani, 3 algerini, due canadesi (gli «jihadisti bianchi»), un nigeriano (il capo del commando) e un mauritano. Gli ordini, attraverso telefoni satellitari, arrivavano dal Niger o forse dal Nord del Mali. Era il leader della «Brigata di coloro che si firmano con il sangue», Mokhtar Belmokhtar, a dettarli. Altri 25 cadaveri carbonizzati sono stati ritrovati ieri mattina, dopo quelli di sabato. Molti probabilmente sono ostaggi. Il ministro dell’informazione algerino, Mohamed Said Belaid ha ammesso ieri sera che il bilancio iniziale, di 23 ostaggi uccisi, «è probabilmente destinato a salire», forse sono oltre quaranta. [Stabile, Sta]