Rassegna, 16 gennaio 2013
Hollande: «Via dal Mali solo quando la minaccia sarà cessata»
• Al quinto giorno dell’operazione Serval, il presidente francese Hollande ha dichiarato: «Non partiremo prima di avere ristabilito la sicurezza, autorità legittime, un processo elettorale e ottenuto la fine dei terroristi che minacciano l’integrità del Paese». Mentre i contingenti africani (forniti da Nigeria, Niger, Senegal, Benin, Burkina Faso, Togo, Guinea e Ghana) cominciano ad arrivare in Mali a gruppi di poche decine di soldati, l’esercito francese è costretto a potenziare rapidamente le sue forze (da 900 a 2.500 uomini) usando le basi militari che per fortuna gli restano da una secolare presenza in Africa. [Montefiori, Cds]
• Nella notte tra lunedì a martedì è arrivata dalla Costa d’Avorio a Bamako una colonna di circa 40 blindati, diretti verso la linea del fronte che separa il Nord controllato dagli islamisti dal Sud del governo legittimo; i raid aerei partono sia dalla Francia (cacciabombardieri Rafale) sia dalle basi in Ciad (Mirage) e Burkina Faso (elicotteri Gazelle). Dopo i bombardamenti, le prime truppe di terra sono entrate in azione per riprendere agli islamisti il villaggio di Diabali, giudicato strategico perché a soli 400 chilometri dalla capitale Bamako. [Montefiori, Cds]