Fior da fiore, 16 gennaio 2013
Secondo Berlusconi la Bocassini è da processare • La vena comica di Silvio che trasforma ogni nemico in spalla • Su 219 simboli il Viminale ne ha respinti 50 • La ricetta di Grillo per salvare l’economia • Hollywood cede alla censura cinese • Le banche aperte fino alle 20 e i negozi che di notte vendono detersivi, oggetti-regalo e cartoleria • I banchetti al tempo della Share Economy
Berlusconi contro la Bocassini Berlusconi a Omnibus, su La 7, a proposito della Bocassini: «Dovrebbe andare sotto processo per aver impiegato risorse dello stato su un’accusa inesistente» (così appare, all’imputato Berlusconi, il processo Ruby per le ipotesi di concussione e prostituzione minorile). (Ferrarella, Cds)
Politica-sketch Secondo Pierluigi Battista, Berlusconi, «per ribaltare ogni pronostico e combattere l’ultima battaglia disperata», sta dando fondo alla sua vena comica trasformando in spalla ogni nemico («Non diventerà di nuovo capo del governo, ma nell’ideazione e nell’esecuzione della politica-sketch non lo batte nessuno»). Utime gag in tv: ospite di Santoro, ha spolverato col fazzoletto tirato fuori dal taschino la sedia di Travaglio (scena simile in un film di Totò); a “Omnibus” ha fatto finta di prendere a mazzate di carta il giornalista Damilano («questo era Alberto Sordi. Gli mancava il romanesco “te pòzzino”»); sempre a “Omnibus”, appena ha incontrato Antonio Ingroia, ha incrociato platealmente i polsi con il gesto dell’ammanettato. «Una presenza di spirito micidiale. Ride persino Ingroia, che non ride mai per temperamento e per principio, e improvvisamente, senza essere nemmeno avvertito, l’arcigno magistrato che aveva dichiarato la guerra santa al berlusconismo si ritrova nella parte di Carlo Campanini con Walter Chiari in una delle migliori interpretazioni dei fratelli De Rege. O in quella di Gianni Agus che tiene botta a una performance di Paolo Villaggio-ragionier Fracchia. O, per restare nell’ambito della politica, in quella del grande Mario Castellani nei panni dell’“onorevole Trombetta” sbeffeggiato da Totò». Altre gag berlusconiane del passato: quella volta che nella foto di gruppo di capi di Stato e di governo «si fece immortalare nel gesto delle corna, tanto per far divertire un gruppo di scout presenti alla cerimonia (dice lui). O il celeberrimo cucù alla Merkel che si spaventò per la scenetta messa su da quel mattacchione. O quel grido da stadio “Obamaaaa” che tanto fece inorridire la regina Elisabetta». (Pierluigi Battista, Cds).
Lega patacca Dei 219 simboli in corsa il Viminale ne ha respinti 50. Ora ne sono rimasti 169 ammessi alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Per la Lega il nodo «TreMonti», perché c’è rischio di confusione con Monti. Calderoli: «L’unico problema è che la M maiuscola di TreMonti potrebbe confondersi con Monti. L’abbiamo già corretto, lo ripresenteremo». Tuttavia «l’ex premier gode di un trattamento speciale, ci piacerebbe che venisse riservato anche alle liste di Lega patacca» (che in effetti sono rimaste).
Mamme e ministri Ricetta di Grillo (in piazza a Pisa) per salvare l’economia italiana: «Io come ministro delle Finanze voglio una signora che ha tirato su tre figli, una signora che non ha fatto fallire la sua famiglia. Queste persone sanno cos’è l’economia, non i bocconiani».
Censura cinese Il New York Times denuncia la crescente intromissione del Partito comunista cinese nel dettare a Hollywood condizioni e contenuti dei film diretti all’enorme e redditizio mercato cinese. L’ultimo caso riguarda Kung Fu Panda 3 della DreamWorks che, in seguito a varie modifiche, aprirà i battenti nel 2016 dopo che sceneggiatura, fotografia e art direction hanno ottenuto il lasciapassare dai censori della Repubblica Popolare Cinese. In arrivo sugli oltre 12 mila schermi cinesi anche Vita di Pi che nonostante le 11 nomination all’Oscar approderà «in versione purgata, dopo che le frasi sulla religione sono state modificate», spiega il suo regista Ang Lee, «per paura di provocare i credenti». Meno fortunato Top Gun della Paramount: la sua nuovissima versione in 3-D è stata bocciata dai censori, maldisposti a dare l’imprimatur agli scontri aerei della Guerra fredda. La Cina è il secondo mercato cinematografico, dopo gli Stati Uniti, e quello più in crescita a livello mondiale. «Nel 2012 gli incassi al botteghino hanno superato i 16,8 miliardi di yuan (2,7 miliardi di dollari): un record senza precedenti», scrive Forbes, ricordando gli appena 4,8 miliardi di yuan (772 milioni di dollari) di 4 anni fa. Questa crescita vertiginosa è dovuta soprattutto al «made in Usa». Per aggirare l’ostacolo, Hollywood ha inaugurato l’era delle co-produzioni. «Qualsiasi film sulla Cina realizzato da un outsider è a rischio», mette in guardia Rob Cohen, regista di La mummia - La tomba dell’Imperatore Dragone, girato in Cina, una delle prime joint venture sino-americane. I censori hanno imposto comunque numerosi cambiamenti alla trama, diligentemente accettati dagli americani, che, per ogni film «made in China», incassano il 43% al botteghino, contro il 25% di quelli realizzati all’estero. (Alessandra Farkas, Cds)
In banca fino alle 20 Iniziativa di Intesa SanPaolo: tenere aperti gli sportelli fino all’ora di cena e anche il sabato mattina. La sperimentazione, partita un po’ in sordina lunedì, riguarda 100 filiali sparse in tutta Italia, di cui una quindicina nel Nordovest. A giugno è previsto che se ne aggiungeranno altre 500 e aumenteranno ancora, progressivamente. (Assandri, Sta)
L’Italia aperta 24 ore I negozi dell’Ikea dal lunedì al venerdì restano aperti fino alle 22, le lavanderie della catena Ondablu sono sempre in azione, anche la domenica, fino alle 22. Frutta verdura e alimentari si possono comprare nella maggior parte d’Italia, dall’alba al tramonto, nelle rivendite gestite prevalentemente da immigrati del Bangladesh. Ferramenta, utensileria, detersivi, cartoleria, oggetti da regalo nei fanta-shop cinesi aperti anche di notte, tracimati ovunque oltre le classiche Chinatown, come via Sarpi a Milano o il quartiere Esquilino a Roma. (Nicoletti, Sta)
Eatfeastly.com Si allargano le frontiere della Share Economy con soluzioni pensate soprattutto per i giovani in croniche ristrettezze di bilancio: ad esempio Eatfeastly.com (che fa pensare al mangiare festosamente, ai banchetti d’altri tempi) «è un sito con cui potete riempire casa vostra di sconosciuti e far pagare a ciascuno una quota della spesa alimentare. Se si è tanti a tavola, il costo della singola porzione scende. Le regole le imponete voi, Eatfeastly prevede che “una mamma virtuale” (o papà) stabilisca l’etichetta che gli invitati dovranno rispettare, oltre al conto da pagare» (Rampini, Rep.).
(a cura di Roberta Mercuri)