Rassegna, 15 gennaio 2013
Ruby in aula ma non testimonia
• Ieri mattina poi si è presentato in tribunale Karima El Mahroug, ma Niccolò Ghedini ha preferito farla tacere. Ricorda Colaprico su Rep: «Nella dialettica accusa-difesa sinora non erano entrati i verbali firmati da Ruby nell’agosto 2010. La Procura, rinunciando sin dalla scorsa estate a Ruby come teste, non li aveva prodotti. E la difesa, con Ruby fisicamente a disposizione, ieri in aula era arrivata al dunque. Poteva tappare la bocca a Ruby in extremis in un solo modo: chiedendo che i verbali venissero acquisiti. E così è stato, e purtroppo per la difesa questi verbali diventano leggibili – sinora non lo erano – anche dal collegio giudicante. “Purtroppo” lo si usa perché sono verbali devastanti nella loro dinamica. Era stata Ruby, che aveva 17 anni, a fare ai magistrati, del tutto ignari, il nome di Berlusconi, citandone i regali e i soldi ricevuti. Aggiunge che “dopo la cena – ed era la prima volta che andava ad Arcore – Berlusconi mi ha proposto di scendere presso il Bunga Bunga (...) Anche se non ha mai esplicitamente parlato di rapporti sessuali non era per me difficile intuire che mi proponeva di fare sesso con lui. Io ho detto di no e che volevo tornare a casa”. Sempre in quei verbali Ruby racconta che “Mariysthell Polanco, Barbara Faggioli e Nicole Minetti dispongono di appartamenti a Milano Due, di cui il Presidente paga in dono cinque anni d’affitto: tale proposta venne fatta a me da Berlusconi il quale in quell’occasione scoprì per l’appunto che sono minorenne e priva di documenti. In quella circostanza, poiché io gli avevo detto falsamente di essere egiziana, Berlusconi mi propose di farmi passare per nipote del presidente Mubarak”».
• Karima El Mahroug è arrivata al palazzo di giustizia in perfetto orario, in taxi, accompagnata dal suo fidanzato, e padre di sua figlia, Luca Risso, e dall’avvocato Paola Boccardi. Capelli lunghi, sciarpa chiara, soprabito scuro, stivaloni senza tacco, trucco leggero. [P.Col., Rep]