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 2013  gennaio 13 Domenica calendario

All’1.46 di notte di un anno fa il capitano di fregata Gregorio De Falco telefonò per la terza volta a Francesco Schettino, comandante della nave da crociera “Costa Concordia”

All’1.46 di notte di un anno fa il capitano di fregata Gregorio De Falco telefonò per la terza volta a Francesco Schettino, comandante della nave da crociera “Costa Concordia”. «Pronto, sono De Falco da Livorno, parlo con il comandante? Mi dica il suo nome per favore.» Schettino: «Sono il comandante. Sono Schettino.» De Falco: «Allora Schettino, ci sono persone intrappolate a bordo, lei adesso torna con la sua scialuppa sotto la prua della nave, lato dritto, c’è una biscaggina (scala di corda – ndr), lei sale su quella biscaggina e torna a bordo della nave, mi riporta quante persone ci sono. Io sto registrando questa telefonata, comandante Schettino.» Schettino, dopo una lunga pausa: «Allora, comandante, in questo momento la nave è inclinata.» De Falco: «Parli a voce alta, metta le mani davanti al microfono e parli a voce alta, chiaro?» Schettino: «Allora, comandà, in questo momento la nave è inclinata.» De Falco: «Ho capito. Ascolti: c’è gente che sta scendendo dalla biscaggina di prua. Lei quella biscaggina la percorra in senso inverso, sale sulla nave e mi dice quante persone, cosa hanno a bordo, chiaro? Mi dice se ci sono donne, bambini o persone bisognose di assistenza e mi dice il numero di ciascuna di queste categorie, è chiaro? Schettino, lei si sarà salvato dal mare, ma io le faccio passare l’anima dei guai. Vada a bordo, cazzo, è un ordine.» Schettino: «Comandante, per cortesia». De Falco: «No, per cortesia ora lei prende e va a bordo. Mi assicuri che sta andando a bordo.» Schettino: «Io sto andando con la barca dei soccorsi, sto qua, non sto andando da nessuna parte, sto qua.» De Falco: «Che sta facendo comandante?» Schettino: «Sto qua per coordinare i soccorsi.» De Falco: «Cosa sta coordinando lì? Vada a bordo e coordini i soccorsi da bordo.» Silenzio. De Falco: «Lei si rifiuta? Lei si sta rifiutando di andare a bordo comandante? Mi dica il motivo per cui non ci va.» Schettino: «No, non mi sto rifiutando, ci sto andando perché c’è l’altra (incomprensibile) che ci sta andando». De Falco: «Vada a bordo! È un ordine. Lei non deve fare altre valutazioni, lei ha dichiarato l’abbandono della nave, adesso comando io, vada a bordo, è chiaro? Non mi sente? Mi chiami direttamente da bordo, c’è il mio aerosoccorritore lì.» Schettino: «Dov’è il suo soccorritore?» De Falco: «Il mio soccorritore è a prua. Ci sono già dei cadaveri Schettino, avanti.» Schettino: «Quanti sono?» De Falco: «Non lo so, non lo so. Dovrebbe dirmelo lei, Cristo.» Schettino (agitato): «Comandante, ma si rende conto che è buio e che da qua non vediamo niente.» De Falco: «Cosa vuole fare, vuole andare a casa? Lei ora torna sulla prua della nave tramite la bigaccina, e mi dice cosa si può fare, quante persone ci sono, e che bisogno hanno. Ora» [...]. Schettino: «Comandà, io voglio salire a bordo, semplicemente che l’altra scialuppa qua ci sono gli altri soccorritori. Si è fermata e sta alla deriva. Adesso ho chiamato altri soccorritori.» De Falco: «Lei è un’ora che mi sta dicendo questo, ora vada a bordo e mi viene subito a dire quante persone ci sono. Vada, subito». Schettino: «Va bene, comandante».

•  È passato un anno (13 gennaio 2012, ore 21.42) e la Concordia sta ancora là. Esattamente nella stessa posizione.
Ho letto articoli in cui si sostiene che quello è un monumento alla nostra ignavia, al nostro paese disastrato. Anche allora un giornalista tedesco scrisse che solo un italiano avrebbe potuto dare prova di tanta insipienza. Tuttavia, il lavoro di portar via un’imbarcazione di 144 mila tonnellate senza far danni non è semplice e il periodo di tempo passato non è ingiustificato. «Una nave da crociera non è facile da raddrizzare perché è costruita con poca parte immersa (12 metri) e molta emersa (60 metri)» (Dirk Jan Osinga, salvage master della Smit). Uno dei problemi è che mentre la si tira su la nave tende a cambiare continuamente posizione. La Costa ha fatto sapere di aver aumentato di cento milioni lo stanziamento per la rimozione, da 350 a 450 milioni. I tecnici ci dicono che, con le condizioni peggiori di mare, la nave sarà portata via entro la fine della prossima estate. Gli abitanti del Giglio pensano che danneggi il turismo e hanno probabilmente ragione. C’è anche gente però che va lì per farsi fotografare col relitto sullo sfondo.  

Dove la porteranno?
Non si sa ancora. Franco Gabrielli, il capo della Protezione civile, dice che per la scelta si affideranno a una società di consulenza. La Concordia venne costruita alla Fincantieri di Palermo, dove potrebbe tornare. Alternative: l’India, il Pakistan, il Bangladesh, paesi pieni di cantieri di demolizione.  

Quanti furono i morti, alla fine?
Trentadue. I passeggeri erano 3.216 e i membri dell’equipaggio 1.013. Sessantatrè nazionalità diverse. Due corpi non sono ancora stati trovati. Oggi, al Giglio, ci saranno cerimonie, con decine di parenti delle vittime.   • Il processo?
È cominciato lo scorso 15 ottobre, con l’incidente probatorio relativo alla scatola nera della Concordia. Schettino ha lasciato i domiciliari il 5 luglio scorso. Si sta discutendo di porte stagne, inchini, membri dell’equipaggio che non capivano quello che gli si diceva. La Carnival, la società americana proprietaria della nave, sostiene che nessun risarcimento è dovuto ai viaggiatori dato che «ebbero comportamenti negligenti o disattenti».  

Noi tutti speriamo che gli italiani somiglino al capitano De Falco e non al comandante Schettino.
Hanno proposto a De Falco di candidarsi. Ha risposto di no.