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 2013  gennaio 09 Mercoledì calendario

Le agenzie ieri e i giornali stamattina parlano senz’altro di «bocciatura dell’Imu» da parte dell’Europa, un modo piuttosto sbrigativo di rappresentare un giudizio articolato del “Rapporto Ue 2012 su Occupazione e sviluppo sociali”

Le agenzie ieri e i giornali stamattina parlano senz’altro di «bocciatura dell’Imu» da parte dell’Europa, un modo piuttosto sbrigativo di rappresentare un giudizio articolato del “Rapporto Ue 2012 su Occupazione e sviluppo sociali”.

Che cosa dice questo Rapporto?
Il Rapporto si occupa delle “disuguaglianze” e si chiede se la vecchia Ici – che Berlusconi abolì – non avesse un impatto sulle disuguaglianze e non aumentasse leggermente la povertà.  

Non ho capito se l’Europa vuole o non vuole l’impatto sulle disuguaglianze.
Lo vuole, nel senso che il sistema fiscale dovrebbe diminuire la distanza tra ricchi e poveri. Era l’antichissima idea del vecchio Filippo Buonarroti (1761-1837), che era nemico del federalismo proprio per questo: il centro avrebbe dovuto pompare soldi dalle periferie per poi redistribuirli e, rendendo meno ricchi i ricchi, rendere meno poveri i poveri. Buonarroti è considerato un antenato di Marx, il quale non s’accontentava certo del sistema fiscale per smorzare o annullare le distanze di classe. Per raggiungere questo effetto, in regime socialdemocratico, lo strumento migliore è la cosiddetta progressività, quella che regola anche l’Irpef: se stai sotto una certa fascia di reddito, paghi una certa percentuale, se stai sopra paghi una percentuale di tasse più alte. A noi sembra un concetto ovvio, ma all’inizio della nostra storia la progressività era uno dei babau dei liberali: Cavour, trattandosi di regolare un prestito forzoso in cui ai più ricchi toccava un esborso del 2% più alto di quello dei poveri, s’infuriava ciononostante se gli si diceva che quel piccolo gradino era “progressivo”. Per lui “progressività” era uguale a “socialismo”. In Parlamento ci fu su questo punto un dibattito celebre con Matteo Pescatore che voleva – scandalizzando tutti – una progressività addirittura del 6%...  

• A confronto di quelle di oggi sembrano percentuali ridicole. Ma non si faccia prendere la mano, torniamo all’Unione Europea.
Beh, l’Unione europea sostiene che l’Imu non è, o non è abbastanza, progressiva, cioè ha il difetto di essere in un certo senso uguale per tutti. «Le tasse sulla proprietà non hanno impatto sulla disuguaglianza sociale in Estonia e in Italia» e questo, secondo Bruxelles, è male. Il commissario agli Affari sociali, Laszlo Andor, interrogato, non ha voluto entrare nel merito della questione Imu perché si tratta di un argomento «di campagna elettorale in Italia». Gli era stato chiesto se l’Imu, secondo la Commissione europea, dovesse per caso essere abolita. Si è limitato a dire che per l’Italia «è molto importante» procedere con il consolidamento del bilancio assicurando che i gruppi sociali svantaggiati «come giovani e donne, abbiano accesso al mercato del lavoro». Andor ritiene che nella definizione delle politiche di bilancio debba essere seguito il principio di tenere conto dei gruppi sociali svantaggiati. Nel rapporto, con riferimento al caso italiano, la commissione europea indica alcuni aspetti della tassazione sulla proprietà che potrebbero essere migliorati. Per esempio, secondo Bruxelles dovrebbero essere aggiornati i valori catastali degli immobili: nonostante sia già stato fatto un passo in avanti con l’aumento del 60% dei valori del reddito catastale, si tratta di un aumento non progressivo, cioè non legato al reale valore di mercato degli immobili, e che quindi non riduce le disuguaglianze di reddito. Dovrebbero poi essere introdotte deduzioni non basate sul reddito e migliorata la definizione di residenza principale e secondaria.  

Quanto rendeva l’Ici?
Nove miliardi l’anno.  

E l’Imu?
24-25 miliardi, cioè, rispetto all’Ici, una quantità di denaro enorme. Tremonti sta preparando un ricorso per chiedere il rimborso della tassa, in quanto incostituzionale. Un’iniziativa facilitata dal giudizio dato adesso dagli uffici della Commissione europea. L’eventuale accoglimento del ricorso di Tremonti aprirebbe un buco di 25 miliardi, che andrebbero trovati da qualche altra parte. L’Associazione dei Comuni (Ance) ha diffuso un comunicato in cui si legge: «Finalmente emerge con forza l’iniquità dell’impostazione attuale dell’Imu, che colpisce le famiglie indiscriminatamente e ha contribuito alla caduta del settore immobiliare». Tutti dimenticano – a partire si direbbe dagli europei, che prima ci mandano le lettere in cui ci intimano di comportarci bene e poi storcono il naso davanti a quello che facciamo – che l’Imu fu introdotta da Berlusconi e svolta poi in tutta fretta da Monti per far fronte al prossimo fallimento del Paese.