La Gazzetta dello Sport, 8 gennaio 2013
Berlusconi e Maroni si sono messi d’accordo e correranno insieme per le politiche e per la conquista della Lombardia
Berlusconi e Maroni si sono messi d’accordo e correranno insieme per le politiche e per la conquista della Lombardia. L’intesa è stata raggiunta nel cuore della notte tra domenica e lunedì, i giornali ieri mattina la davano ancora col punto interrogativo, ma lo stesso Berlusconi, ospite a Radio Rtl 102.5, ha dato poi l’annuncio ufficiale: «Habemus papam, questa notte all’una e trenta è stato firmato un accordo tra noi e il Carroccio. Ho firmato io e per la Lega Nord Roberto Maroni, che sarà candidato in Lombardia. Io sarò il leader dei moderati». Maroni poi ha confermato tutto in una conferenza stampa del pomeriggio.
• Come fanno ad andare insieme se la Lega non vuole – o non voleva – Berlusconi candidato premier?
In base a quello che ci hanno raccontato, Berlusconi resta il capo della coalizione («il leader dei moderati»), mentre il nome del personaggio da far entrare a Palazzo Chigi in caso di vittoria sarà deciso dopo il 25 febbraio. Ieri i due capi hanno comunque già manifestato le loro preferenze. Berlusconi vorrebbe come presidente del Consiglio Angelino Alfano, lasciando a se stesso il ministero dell’Economia. Maroni, pur ribadendo attestati di stima nel confronti di Alfano, vorrebbe Tremonti. Berlusconi all’Economia – o magari agli Esteri – non è poi una scelta così di ripiego. Giolitti o Cavour – si parva licet – comandavano a bacchetta i loro ministeri anche senza bisogno di essere capi del governo. È un po’ una discussione di lana caprina, in ogni caso, perché la distanza tra centro-destra e centro-sinistra è in questo momento troppa. Sembra impossibile che Berlusconi possa recuperare.
• Come sono le percentuali dei sondaggisti a questo punto?
Bersani è in crescita e, con Vendola, non è lontano dal 40%. Berlusconi, con le sue tournée televisive (a proposito: ieri a Telelombardia non ha voltuto, tra i giornalisti convocati per fargli le domande, Gianni Barbacetto del Fatto) ha recuperato parecchio. Vede non troppo in lontananza il 20% e, di qui a metà febbraio, potrebbe forse toccare il 22. La Lega oscilla intorno al 4, La Russa (Fratelli d’Italia) potrebbe raccogliere il 2 e forse altrettanto La Destra di Storace. Al massimo siamo perciò al 30%. Il Cav grida che arriveranno al 40, ma è difficile credergli.
• Come ha reagito la base leghista?
Andando a vedere i siti o le bacheche di Maroni o di Calderoli si direbbe assai male. «Ho la sensazione di vivere le ultime ore da leghista e da militante» (Lucia). «Se la notizia sarà confermata, la mia tessera da militante finirà nel cestino» (Stefano). «Maroni peggio di Bossi» (Andrea). «E bravo il Maroni, per mettere il c…o sulla poltrona di Formigoni ha dato via quello della Lega; con che faccia vi presenterete ai vostri elettori?» (Piergiulio). D’altra parte i leghisti hanno fatto due conti e visto che da soli non avrebbero preso la Lombardia e forse, con quel 4% striminzito, non sarebbero neanche riusciti a entrare alla Camera. Nella loro strategia è essenziale soprattutto la conquista della Lombardia: insediando Maroni al Pirellone, il Carroccio avrebbe in mano le tre regioni del Nord, Piemonte-Lombardia-Veneto, e potrebbe tentare la costruzione di una specie di Padania impilata su tre gambe (la chiamano adesso “Euroregione del Nord”). Dopo il tracollo provocato dalle disavventure e dalle furbizie della famiglia Bossi, sarebbe un bel risultato.
• E non potrebbe accadere, invece, che l’alleanza con Berlusconi provochi una caduta verticale di consensi? Magari neanche gli elettori del Pdl sono d’accordo con il rinnovo dell’asse.
Il candidato governatore Gabriele Albertini, che non si è voluto ritirare e corre con una lista sua (se vince Maroni, per via di una scommessa, dovrà regalargli una Ferrari), prevede che ci saranno scissioni, sia nella Lega che nel Pdl. Altri ipotizzano una perdita di consensi del 30% per tutt’e due, proprio a causa della quantità di persone a cui l’accordo non sta bene.
• La Lega condivide i punti programmatici che Berlusconi sta esponendo in giro per le televisioni?
Nell’accordo col Cav c’è scritto che l’alleanza lotterà perché il 75% delle tasse pagate resti sul territorio. Ieri Maroni ha poi aggiunto: prima di tutto aboliremo l’Irap, poi c’è da intervenire sull’Imu, abolire il bollo auto, completare il collegamento con Malpensa. Promesse da campagna elettorale, ma chissà. Soprattutto l’idea di investire su Malpensa appare in questo momento aleatoria. Air France sta per prendersi l’Alitalia e, a quanto se ne sa, intende puntare casomai su Fiumicino, per creare un hub rivolto al sud del Mediterraneo. Malpensa sembra destinata a contare sempre meno.