La Gazzetta dello Sport, 6 gennaio 2013
La parola “redditometro” indica in sostanza questo: che il fisco potrà mettere a confronto i guadagni e le spese di ognuno di noi e decidere se quello che abbiamo dichiarato come reddito è credibile oppure no
La parola “redditometro” indica in sostanza questo: che il fisco potrà mettere a confronto i guadagni e le spese di ognuno di noi e decidere se quello che abbiamo dichiarato come reddito è credibile oppure no. Vale a dire: sostengo di vivere con un reddito di 20 mila euro l’anno e poi giro con la Bentley. Chiaramente, c’è qualcosa che non va. A questo punto il Fisco mi chiama e mi chiede conto di questa contraddizione. E sta a me dimostrare che la Bentley è il frutto di un’eredità e sto per venderla perché consuma troppo. Se non ho le prove di quanto affermo, e se al termine di un’istruttoria, nella quale devo essere continuamente coinvolto, risulta che effettivamente il mio reddito è diverso da quello con cui pretendo di vivere, mi toccherà pagare.
• Come mai ci stiamo occupando di questa faccenda?
L’altra sera è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero dell’Economia, firmato dal ministro Vittorio Grilli. S’è subito sollevata un’immensa nube grigia di chiacchiere e spaventi, che il direttore dell’agenzia delle entrate Attilio Befera ha provato subito a soffiar via, dicendo che il Fisco procederà con mano leggera, che si andranno a studiare solo le situazioni in cui tra reddito dichiarato e reddito presunto ci sia una differenza del 20 per cento, che comunque nulla succederà fino a marzo, eccetera eccetera. Si cominceranno ad analizzare le situazioni (dichiarazione dei redditi vs spese) del 2009. Già si sa che un contribuente su cinque sarebbe fuori regola. Abbiamo comunque la possibilità di testare la nostra posizione con il redditest che l’agenzia delle entrate ha messo a nostra disposizione sul suo sito. Uno digita quello che ha dichiarato e quello che ha speso in un certo anno e scopre se è nei guai o no. Non è tuttavia così facile, il test anzi è piuttosto complicato. Ne abbiamo già parlato qualche settimana fa.
• Come fa il Fisco a sapere quello che spendo?
L’arma letale è Serpico (SERvizio PER I COntribuenti), la famosa batteria di computer che a Roma, nella sede della Sogei in via Cristoforo Colombo, funziona 24 ore su 24, è capace di macinare 24 mila informazioni al secondo, entra senza chiedere permesso nei nostri conti correnti e registra tutto quello che spendiamo. Forniscono dati: il Catasto, il Demanio, l’Inps, la Motorizzazione, l’Inail, le Dogane oltre, naturalmente, alle banche. Si digita il codice fiscale – o la partita Iva – del tizio di cui si vuole sapere tutto e, seguendo una procedura, appaiono auto intestate, case, terreni, aerei, barche, assicurazioni, poi le bollette di luce, gas e acqua, quindi gli acquisti più costosi, compresa, per esempio, l’iscrizione a una palestra o al corso d’inglese. Nello stesso tempo si monitorano tutti i movimenti bancari superiori ai mille euro oppure quelli effettuati con la carta di credito, l’acquisto di Btp o azioni. I 12 mila operatori finanziari che agiscono in Italia devono mandare periodicamente una nota che informi su saldi e movimenti.
• Non c’è una questione di privacy?
Ai dati possono accedere solo cinque persone.
• Si viene a sapere che il signor Tizio è un evasore solo se si va a digitare sul suo cognome?
No, il sistema, dopo aver incrociato migliaia di dati di un’intera categoria o classe di contribuenti, manda un alert automatico all’Agenzia, dichiarando che il soggetto Tizio è sospetto. Come ha detto Befera: l’allarme scatterà solo per differenze di almeno un quinto tra reddito dichiarato e reddito presunto, e comunque il contribuente, prima di essere sancito, avrà modo di spiegarsi.
• Che cosa si intende per “categoria” o “classe”? Come hanno costruito queste “categorie”?
È stato fatto un enorme lavoro di schedatura e organizzazione della materia. Piuttosto interessante, direi, sul lato intellettuale. Intanto, sono state stabilite cinque aree geografiche: Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e Isole, dato che non è la stessa cosa avere un certo reditto al Nord oppure al Sud. I tipi di famiglia presi in considerazione sono 11 (che moltiplicati per cinque aree geografiche dànno vita a 55 tipi di famiglie), le voci di spesa sono 12 e gliele posso anche elencare: alimetari e abbigliamento; mobili ed elettrodomestici; combustibili ed energia; trasporti; comunicazioni telefoniche; casa; istruzione; tempo libero, cultura e giochi; sanità; investimenti; altri beni e servizi. Ognuna di queste categorie ha poi delle sottocategorie e il Fisco a quanto pare ha l’aria di dare importanza anche al cambio dell’olio o alla spesa per il parrucchiere. D’altra parte l’evasione fiscale sottrae alle finanze pubbliche 120 miliardi l’anno almeno. E obbliga tutti noi a pagare molto di più, perché i nostri versamenti devono sopperire anche ai mancati pagamenti di quelli che si nascondono.