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 2013  gennaio 11 Venerdì calendario

Un match in due tempi: nel primo un Berlusconi rilassato, ridente, sfottente che ha rintuzzato quasi ogni attacco, in una delle sue performance forse migliori

Un match in due tempi: nel primo un Berlusconi rilassato, ridente, sfottente che ha rintuzzato quasi ogni attacco, in una delle sue performance forse migliori. Nella seconda parte un’improvvisa e inopinata caduta di gusto: Berlusconi, avendo appena ascoltato la lettera in cui Travaglio elencava processi e amici del Cav nei guai con la giustizia, ha chiesto di sedersi allo stesso tavolo di Travaglio e di leggere a sua volta una lettera al giornalista. Ma di che lettera si trattava? Un brogliaccio, preparato dai suoi collaboratori (lo ha detto lui stesso), in cui si elencavano le cause per diffamazione (nove su dieci, civili) in cui Travaglio è incappato nei suoi trent’anni di vita professionale. Una brutta pagina politica, anche se forse s’è trattato di una grande pagina di televisione, con il Cavaliere ritratto di profilo a leggere, sfogliare e citare sentenze. Santoro, indignato, non gli ha permesso di finire, e s’è messo a gridare: «Abbiamo buttato via un quarto d’ora di una trasmissione che era interessante! Questa cosa non è degna di lei!». Berlusconi ha gridato a sua volta se diffamare fosse il mestiere di un giornalista, volendo far passare la tesi che Travaglio è un diffamatore di professione. Il programma è comunque finito con una stretta di mano tra i due. Nella prima parte di Servizio pubblico, invece, Berlusconi – straordinario slalomista, anguilla quasi imprendibile nonostante la gravezza dell’età – ha rintuzzato gli attacchi di Giulia Innocenzi, Luisella Costamagna e poi di Travaglio ripetendo con straordinaria convinzione anche i più improbabili dei suoi argomenti

Proviamo a ricostrure la serata con ordine.
Santoro ha inizialmente sbagliato perché ha tentato di colpire nello stesso momento Monti e Berlusconi. È partito con un servizio, molto ben fatto, sulla crisi nel paese e in particolare sullo scoramento di un centro industriale come Lumezzane, dove un tempo c’era una fabbrica ogni dieci abitanti e adesso si vive una crisi spaventosa. Ma, quando il servizio è finito, Berlusconi ha avuto gioco facile nel dire: è tutto vero, la crisi è spaventosa, servizio molto ben fatto. Il Cav infatti dava la colpa di tutto, come sta facendo in campagna elettorale, a Monti. E quelli di Servizio Pubblico, essendo partiti col piede sbagliato, hanno poi avuto difficoltà a incastrare il loro ospite avversario.  

Com’è possibile che non l’abbiano stretto sulle frasi del 2009 quando Berlusconi sosteneva che la crisi non c’era?
Berlusconi, tranquillissimamente, ha affermato che la crisi non c’era! Non importa se c’erano già state la quasi bancarotta di Northern Rock (2007) e il fallimento di Lehman Brothers (2008), se l’allarme mondiale era alle stelle, se il debito pubblico cresceva senza soste, tutti eventi che la redazione di Santoro non gli ha ricordato. Per Berlusconi, semplicemente, nel 2009 l’Italia era forte, e le sue espressioni di ottimismo di quell’epoca, dunque, incontestabili.  

E sull’Imu?
Berlusconi sostiene che lui e i suoi tentarono di persuadere Monti a cercare i quattro miliardi dell’Imu sulla prima casa altrove, per esempio tassando i tabacchi. Ma Monti – a un certo punto del programma definito una “testa dura” – non volle sentire ragioni. «Dovemmo votare quella tassa per forza anche se non eravamo d’accordo: come avremmo potuto far cadere un governo che, al culmine di una crisi determinata dall’Europa, s’era appena insediato e grazie alle nostre dimissioni?». Su questo punto Santoro e i santoriani, e poi anche Travaglio, sono tornati di continuo, ma direi senza spuntarla. Non è servito nemmeno il lungo elenco di citazioni da interviste rese dal Cavaliere durante tutto il 2012 in cui di questa ostinazione di Monti sull’Imu, e della pretesa opposizione del centrodestra, non si fa parola. È passata agli spettatori soprattutto l’energica autodifesa del Cavaliere.  

Santoro a un certo punto, sentendo come Berlusconi si giustificava per il voto dato in favore dell’Imu, pur non essendo d’accordo, ha detto: «Ma questa è bassa politica! Allora anche lei…».
Sì, a quel punto Berlusconi è sbottato in uno dei suoi numeri preferiti: l’impossibilità di governare il paese, la necessità di dotare il presidente del consiglio di poteri, la peste rappresentata dai partitini («votate solo per il Pdl o per il Pd, e per nessun altro»). Il Cav ha tenuto una lezione di tecnica costituzionale, descrivendo le lungaggini di qualunque disegno di legge, il quale deve navigare tra una Camera e l’altra finché una quantità impressionante di persone non è d’accordo, e alla fine la legge che viene approvata è completamente diversa da quella che il consiglio dei ministri aveva varato. «E poi, alla fine, intervengono quei comunisti della Corte costituzionale e cancellano tutto».  

È uscita fuori anche la storia delle tre giudici-donna che lo hanno condannato a pagare 100 mila euro al giorno a Veronica?
Sì, Santoro gli ha detto che probabilmente ha perso tre voti, perche Gloria Servetti, Nadia Dell’Arciprete e Anna Cattaneo avevano simpatia per il Polo della Libertà.  

Altre battute, gag eccetera?
Santoro e Berlusconi si sono punzecchiati di continuo su chi avesse la laurea e chi avesse frequentato le serali. Berlusconi a un certo punto ha chiarito: «Io sono venuto qui gratis». E Santoro: «Vorrei vedere che pretendesse di guadagnare anche dalla 7!». [Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 11/1/2013]