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 2013  gennaio 07 Lunedì calendario

Addio a Spaventa, l’economista di sinistra che sfidò il Cav.

• Luigi Spaventa è morto ieri a Roma a 78 anni al termine di una lunga malattia. Nato nella capitale il 5 marzo 1934, si era laureato nel 1957 per poi proseguire gli studi a Cambridge. Professore di politica economica a Palermo, Perugia e poi alla Sapienza di Roma (dal 1971). Deputato indipendente con il Pci dal 1976 al 1983 è stato presidente della Commissione del Tesoro sulla gestione del debito pubblico (1988-89) e ministro del Bilancio e della Programmazione economica nel governo Ciampi (dall’aprile 1993 al maggio 1994). Dal 1997 al 1998 è stato presidente del Monte dei Paschi di Siena e nel maggio 1998 è divenuto presidente della Consob, la commissione di vigilanza sulla Borsa.

• «Chiamava alle 7.30 per contestare quello che aveva appena letto in un mio articolo. E la domanda ricorrente era sempre una: Francesco, hai l’evidenza empirica di quello che sostieni?» (il ricordo di Francesco Giavazzi). [Di Vico, Cds].

• Famoso è rimasto il suo duello elettorale del ’94 con il debuttante Silvio Berlusconi, entrambi candidati nel collegio di Roma 1. Di Vico (Cds): «Un duello che Spaventa interpretò alla garibaldina con una campagna elettorale vecchio stile fatta di tanto porta a porta e numerosi comizi di strada. “Combatto a mani nude contro i miliardi di un ras della Tv e della pubblicità: ne uscirò con le ossa rotte ma con la coscienza a posto” dichiarò. Andò proprio così e se l’economista fece un errore fu quello di pensare che il Cavaliere, antropologicamente brianzolo, non sarebbe piaciuto agli elettori romani. Sopravvalutava i suoi concittadini».

• Ricorda Ruffolo su Rep che «Spaventa era un uomo brillante, spiritoso. Ostentava anche una certa durezza anglosassone
dietro la quale si celava, neanche troppo, una grandissima umanità. E forse non è un caso che il suo cane Dobermann, che lui avrebbe voluto temibile e agguerrito, era in realtà di una bontà smisurata. “Dobermann” era anche l’appellativo che gli aveva dato chi non lo conosceva affatto, chi si era fermato all’apparenza di un uomo tutto d’un pezzo, pronto alla critica sarcastica».