Fior da fiore, 31 dicembre 2012
Addio a Rita Levi Montalcini • Alla Fornero piace l’agenda Monti, un po’ meno la lista Monti • Oltre un milione di votanti alle primarie del Pd • Ci sono meno dipendenti statali • Crollo del potere d’acquisto per i lavoratori italiani • Capelli indiani
Montalcini A Roma ieri è morta Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina. Aveva 103 anni [su questo vedi Il Fatto del Giorno, etichetta verde qui in alto].
Gioielli Rita Levi Montalcini, tra le altre cose, disegnava gioielli (Cazzullo, CdS).
Lista e agenda Dall’intervista di Silvia Sacchi (CdS) a Elsa Fornero: «Sono molto d’accordo con l’Agenda Monti. E ritengo importante, e anche coraggioso, quello che ha fatto Mario Monti, ossia rompere lo schema politico che per quasi 18 anni ha caratterizzato la vita pubblica di questo Paese». Lei ha fatto una differenza, ha detto «Agenda Monti», non Lista. Perché? «Perché penso che una cosa siano il programma e la visione strategica in esso contenuta e un’altra sia l’attività pratica di aggregazione del consenso, nella quale c’è il rischio che si perda molto di quella carica ideale e che si dia spazio al trasformismo».
Pd Affluenza alle primarie Pd per scegliere i candidati alle prossime elezioni: oltre un milione di votanti, 104mila in Lombardia, quasi 100mila nel Lazio, oltre 122mila in Emilia, 123mila in Puglia. L’affluenza è pari al 35% di quella registrata per il ballottaggio tra Bersani e Renzi. Sconfitti quasi ovunque i candidati più vicini al sindaco di Firenze (per esempio Giorgio Gori a Bergamo ha preso il 13%, quindi posto in lista molto dubbio). Tra quelli che ce l’hanno fatta: a Milano Barbara Pollastrini, già ministro con Prodi, è stata la più votata con 4.527 preferenze; in Campania Angelica Saggese, 40 anni, segretaria generale del Comune di Agerola (Salerno), ha preso 9.000 voti; a Caserta la deputata Pina Picierno ha preso oltre 5.000 preferenze; a Torino bene l’ex ministro Cesare Damiano. A Roma Stefano Fassina è primo, davanti a Micaela Campana e Ileana Argentin.
Statali I dipendenti statali sono calati di 154mila unità nel triennio 2009-2011 rispetto al 2008, ultimo anno in cui hanno registrato una leggera crescita. I numeri della Ragioneria generale dicono che, nel 2011, 3 milioni e 283mila italiani lavoravano a vario titolo per lo Stato, il 5,2% in meno del 2008. Di questi, il 55% fatto di donne (1,8 milioni), il 31% nella scuola, il 21 nella sanità, il 18 negli enti locali, il 9,9 nei corpi di polizia, il 5,9 nelle forze armate e solo il 5,1 nei ministeri. Meno di un terzo degli statali è al Centro (30%), mentre Sud e Nord sono a 35% ciascuno. La Lombardia prevale sul Lazio (12,51% contro 12,35%), seppure di poco: 406mila contro 401mila. Tra interinali, lavoratori socialmente utili e co.co.co, i precari sono 70mila (extra rispetto ai 3,3 milioni). Poi ci sono 86mila a termine che scadono oggi, alcuni dei quali prorogati a luglio (Conte, Rep).
Lavoratori I lavoratori perdono potere d’acquisto. Sommando l’inflazione del triennio 2010-2012 si ottiene un aumento dei prezzi dell’8%, le retribuzioni di fatto invece, al netto di tasse e contributi, salgono solo del 4,5%. Questo significa che i salari hanno perso in media 70 euro al mese rispetto ai prezzi, ai quali se ne aggiungeranno altri 35 nel 2013. Alla fine la perdita cumulata annua sarà di 1.300 euro. Le retribuzioni nette sono basse anche per colpa di una eccessiva pressione fiscale. Nel 2010 era pari al 42,1% per le famiglie e del 46,9% per i single, rispettivamente 12,3 punti e 10,2 punti in più rispetto alla media dei Paesi Ocse. Per effetto delle manovre 2011 e 2012, la pressione fiscale salirà nel 2014 al 46,8% per le famiglie e addirittura al 51,3% per i single. Il maggior prelievo sul lavoro in Italia rispetto alla media Ocse si traduce in un minor salario netto di 1.380 euro l’anno. Però i salari sono bassi anche perché la produttività è scarsa. L’Italia è agli ultimi posti nelle classifiche internazionali. Il valore aggiunto reale prodotto per addetto è rimasto più o meno fermo dal 1995 a oggi mentre nel Regno Unito, in Germania e in Francia è aumentato di circa il 25% (Rapporto sulle retribuzioni a cura dell’Isrf-Lab della Fisac-Cgil) (Marro, CdS).
Capelli Nel tempio di Tirupati, nell’Andhra Pradesh (India), i fedeli offronole chiome alle divinità chiedendo in cambio una vita più serena. I capelli vengono poi trattati e venduti in Occidente dove diventano parrucche e extension. Business da 140 milioni di euro (CdS).
(a cura di Daria Egidi)