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 2013  gennaio 03 Giovedì calendario

Borse e spread, un giorno di euforia

• L’accordo raggiunto dal Congresso americano sul fiscal cliff (vedi sotto) ha fatto volare le Borse. La migliore in Europa è stata Piazza Affari, che ha registrato un +3,81%. Madrid ha chiuso a +3,12%, bene anche Parigi (+2,6%), Francoforte (+2,19%) e Londra. Lo spread è crollato di quasi 40 punti a 283, sui minimi da marzo, sotto la soglia prefissata (287 punti) da Mario Monti, con un tasso del 4,27%, ai minimi dal novembre 2010. [Fornovo, Cds]

• «In politica la si chiama “quota Monti”, perché il premier disse che voleva dimezzare lo spread rispetto al suo giorno d’ingresso: ieri è stata raggiunta e superata. Ma in economia la si può definire “quota Visco” o qualcosa di vicino a essa. Quel numero è vitale per far sì che il debito prima o poi inizi a scendere e sia possibile finanziarlo. Dopo la crisi del ’92 il debito e il deficit calarono in buona parte perché, con l’aggancio all’euro, l’onere che lo Stato pagava ogni anno in interessi crollò dall’11,5% al 5,1% del Pil (fra il ’95 e il 2008). Ma anche ammesso che i progressi recenti tengano, un dividendo del genere non si ripeterà. Perché i tassi scendano ancora, servirebbero passi avanti sugli eurobond che per ora non si vedono neppure all’orizzonte». [Fubini, Cds]

• Barbera sulla Sta calcola quanto risparmierà il Tesoro con il calo dello spread e dei tassi d’interesse: «L’ultima stima ufficiale del governo è del 20 settembre; allora lo spread era stabilmente sopra i 350 punti, e la previsione era di un lieve aumento. La tabella allegata alla “nota di aggiornamento” del documento di finanza pubblica scrive che nel 2012 avremmo pagato il 5,5% del nostro prodotto nazionale, 82,5 miliardi di euro. Nel 2013 era previsto un miliardo e mezzo di più, 84 miliardi, ovvero i quattro quinti di un anno di sanità pubblica. Al Tesoro spiegano che il numero non è stato calcolato sulla base di una scommessa previsionale, bensì per quello che il mercato prevedeva in quel momento. Per farla breve, nelle stanze dell’Economia sono cautamente ottimisti e si può stimare che se quella stima venisse rifatta oggi, la previsione sul 2013 sarebbe certamente al di sotto degli ottanta miliardi, fra gli otto e i dieci miliardi meno di quest’anno».

• «Il debito pubblico è grande abbastanza da pensare a sé stesso» (Ronald Reagan). [Barbera, Sta]