Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 02 Mercoledì calendario

Liberato l’imprenditore Calevo, quattro in manette

• Il 31 dicembre è stato liberato con un blitz di polizia e carabinieri Andrea Calevo, l’imprenditore rapito il 16 dicembre a Lerici. Il sequestro è stato organizzato da almeno sette persone: tre sono state arrestate subito prima della liberazione, la quarta invece ieri, a casa. Ma i personaggi coinvolti a vario titolo nel rapimento di Calevo, tenuto incatenato in una cantina a Sarzana per 15 giorni, sono molte di più, forse una ventina. Non tutte sarebbero inquisite, per ora solo sospettati, ma interrogatori e accertamenti potrebbero portare all’iscrizione dei loro nomi sul registro degli indagati come fiancheggiatori. In carcere c’è il capo, Pierluigi Destri, 70 anni, imprenditore edile come Calevo ma dal passato oscuro, legato a droga e rapine in banca; suo nipote, Davide Bandoni, 23, disoccupato, nel giro della droga, che pubblicava su Facebook le sue foto con un’accetta; e due operai albanesi Fabjion Vila, 20, anni, e Simon Halilaj, 26, ultimo arrestato. «Certo non dei professionisti», ha commentato il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce. I quattro tenevano Calevo chiuso nei fondi della casa del capobanda e per realizzare il sequestro pare abbiamo usato proprio il furgone usato dalla ditta di Destri. Una telecamera di sorveglianza, lungo la strada per la villa dei Calevo, ha ripreso il camioncino bianco che seguiva la macchina dell’imprenditore proprio la sera del sequestro. [Persano, Rep]

• Per liberare Calevo, i banditi avevano chiesto otto milioni. Un primo contatto era avvenuto il giorno dopo il sequestro: da una cabina telefonica di Pisa, il capo aveva telefonato alla famiglia Calevo ingiungendo di «preparare i soldi». Qualche giorno prima di Natale poi, una lettera recapitata per posta alla famiglia dell’ostaggio precisava l’ammontare del riscatto. E per rendere più credibile la richiesta, i sequestratori avevano aggiunto un foglio scritto sotto dettatura da Andrea. [Persano, Rep]

• Pierluigi Destri, intercettato al telefono con il nipote Davide Bandoni, che gli dice: «Posso un po’ gonfiarlo? Ho voglia di pestarlo». «Non adesso», lo calma il nonno. [Spezia, Rep]

• Fa notare sulla Sta Neirotti: «I professionisti hanno via via lasciato perdere il settore dopo le leggi che bloccavano i beni dei rapiti e i sempre più sofisticati mezzi per intercettare, trovare immagini, raccogliere dati sulla scena del crimine. Dal primo gennaio 1969 al 31 dicembre 1995 furono 667 i sequestri di persona. Poi ancora qualche caso, come Giuseppe Soffiantini nel 1997 o Giovanni Battista Pinna nel 2007. Per il resto sequestri lampo, quasi sempre finiti con la cattura degli autori».

• Nel 2009, sparì il capocantiere marocchino di Destri, Mohamed Cherkaoui e non se ne seppe più nulla. Ricorda la moglie Zobida Sedki, senza lavoro e con due figli: «Mio marito mi disse che sarebbe andato con Destri in Svizzera a prendere i 9000 euro che gli doveva. Non tornò mai più. Chiedo la verità, sono felicissima che abbiano liberato Andrea, ma non so se allora fecero lo stesso lavoro per Mohamed. Io non ho nulla contro Destri, era un amico di mio marito. Ma pensiamo che sappia qualcosa di più». Destri disse di aver accompagnato il capocantiere alla stazione di La Spezia e lì di averlo lasciato. [Spezia, Rep]