Rassegna, 31 dicembre 2012
Addio a Rita Levi Montalcini
• È morta nel primo pomeriggio di ieri, nella sua casa romana, Rita Levi Montalcini. La senatrice a vita e premio Nobel per la medicina aveva 103 anni. Sarà sepolta a Torino, sua città natale, accanto alla sorella.
• Ricorda Caprara sul Cds: «Nata a Torino nel 1909 da genitori ebrei sefarditi, fu maneggiando pezzi di pollo nella sua minuscola camera da letto in quella città che la giovane Rita gettò le basi delle ricerche capaci di farle ricevere nel 1986 il Nobel per la medicina con l’americano Stanley Cohen. Per avere idea di quanto non fosse provinciale, era in Danimarca per una conferenza mentre nel 1939 scoppiò la Seconda guerra mondiale. Tornata, le leggi razziali imposte dal Fascismo le impedivano di compiere le sue ricerche in laboratori universitari. La campagna antisemita era cominciata nel 1936 “in modo subdolo, con attacchi prima sporadici poi più frequenti sui quotidiani”, come ha ricordato in Elogio dell’imperfezione, Garzanti, 1990, serbando un distaccato ribrezzo per quei giornalisti e per i delatori. E lei, incapace di star ferma, si inventò il suo laboratorio dal 1941 al 1943 nella casa di Torino, poi in una vicino Asti nella quale sfollò. (…) La fuga a Firenze per non finire nei campi di sterminio nazisti. Rita attutì il senso di colpa per non essersi messa a combattere da partigiana sfidando un’epidemia di tifo addominale nei feriti che curava da medico e infermiera. Nel 1947, in epoca di pace, nuovo incontro con Renato Dulbecco, già compagno di studi, su una nave diretta in America. Restò quasi trent’anni, lei, nell’Università di St. Louis. A chi l’ha conosciuta meglio è rimasto impresso un intreccio tra tenacia, capacità esplorativa e attenzione per l’estetica tra le qualità che hanno permesso la sua principale ricerca. Il Nobel lo ebbe per aver messo a fuoco il Nerve growth factor, Ngf, fattore di crescita dei nervi. Le sue scoperte hanno spinto in avanti le cure per patologie della vista e affinato la comprensione dei meccanismi attivati da farmaci già in uso per la depressione e altre malattie».
• Era nata lo stesso giorno di Indro Montanelli, il 22 aprile 1909. [Cazzullo, Cds]
• Fu la prima donna a entrare all’Accademia Pontificia. [Cazzullo, Cds]
• La sua casa di Roma con un De Chirico, piante e molta luce. [Caprara, Cds]
• Raccontava di aver deciso fin da piccola che non si sarebbe sposata: «Giurai a me stessa che non avrei mai obbedito a un uomo come mamma obbediva a mio padre. La prima volta che andai in America, mi chiesero chi fosse mio marito. Non erano abituati a una donna che conducesse la sua vita di studiosa da sola. “I’m my own husband”, sono il marito di me stessa, risposi. Non capirono. Pensarono non sapessi l’inglese». [Cazzullo, Cds]
• Negli ultimi anni udito e vista erano calati, ma usava uno speciale visore che ingrandiva le parole di libri e giornali. Mangiava una sola volta al giorno e dormiva due ore per notte: «Di giorno leggo e lavoro. Di notte penso». [Cazzullo, Cds]
• «Non ho mai avuto paura né della morte né delle persecuzioni né delle malattie: ho un totale disinteresse alla mia persona» (Rita Levi Montalcini nel 2001). [Caprara, Cds]