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 2012  dicembre 23 Domenica calendario

Napolitano ha sciolto le Camere • Scalfari a colloquio con Monti • «Quanto valuti i berlusconiani?» • Anticipazioni sul discorso di stamattina • I marò e la Polverini • Benedetto XVI grazia Paolo Gabriele • Alitalia si fonderà con le Ferrovie dello Stato? • Cinquanta minatori murati in miniera • Saccheggi in Argentina • Il disoccupato che a Gela spara dal balcone • Riesumare Baget Bozzo • La moglie di Febo Conti uccisa da infarto

 

Elezioni Napolitano ha sciolto le Camere e indetto le elezioni per il 24 e il 25 febbraio. Il Parlamento tornerà a riunirsi il 15 marzo.

Scalfari «Ho incontrato Monti nel suo studio di Palazzo Chigi. Erano le nove e mezza del mattino e lui m’aveva invitato a prendere insieme un caffè. È stato un caffè molto lungo perché sono uscito alle dieci e tre quarti. In quest’anno del suo governo l’avevo incontrato una sola volta a Bologna dove con Ezio Mauro lo intervistammo nel teatro della città. Eppure ci conosciamo da molto tempo: nel 1950 io dirigevo l’ufficio estero della Banca Nazionale del Lavoro nella filiale di Milano guidata da suo padre. Diventai amico del Monti senior che di tanto in tanto mi invitava a cena a casa sua insieme ad altri collaboratori del suo staff. Monti junior aveva più o meno dieci anni, io ne avevo ventisette. Ma molti anni dopo, quando lavorava alla Bocconi di cui poi fu rettore, diventammo amici, ci incontravamo e ci telefonavamo spesso e quando veniva a Roma spesso ci vedevamo a "Repubblica"» (Scalfari su Rep).

L’intervista Punti salienti del colloquio tra Scalfari e Monti (tra virgolette quello che dice Monti): «A quanto valuti i berlusconiani?». Al 20 per cento e forse anche di più. «Anch’io faccio analoghe valutazioni. Questo è uno dei motivi per i quali bisogna rafforzare il Centro: fare muro e limitare il riafflusso alla destra populista». Ma tu quanto valuti il Centro, quello attuale, Casini, Fini, Montezemolo con il tuo ministro Riccardi? «Conosco i sondaggi. Così com’è, lo stimano tra il 9 e il 12 per cento». Così com’è vale a dire senza di te. «Esattamente, senza di me». Loro però diranno che in ogni caso vogliono te a capo del nuovo governo. «Questo nessuno glielo può impedire». A te fa piacere? «Beh, sì, mi fa piacere». E se tu ti metti alla loro testa, quanto vali tu come moltiplicatore? «Questo non lo so. Vedo che i sondaggi su di me mi danno intorno al 40 per cento; alcuni anche di più». Secondo me meriti di più, hai salvato il paese dal baratro in cui stava precipitando e gli hai ridato una credibilità che avevamo perso da tempo. Ma tieni conto che più del 60 per cento preferisce che tu non partecipi alla campagna elettorale. Ma c’è un ultimissimo sondaggio: se ti metterai alla testa del Centro, la loro quota aumenterà del 6 per cento. Dal 10 al 16».

Anticipazioni Nell’ultima parte dell’intervista, Monti anticipa qualche passaggio del discorso di stamattina. «Proporrò un programma che a mio avviso dovrebbe essere attuato fin dall’inizio, nei primi cento giorni del nuovo governo». E cioè? «Una legge aggiuntiva contro la corruzione; quella varata poche settimane fa è stata di fatto concordata con la cosiddetta "strana maggioranza", ma è manchevole, consapevolmente manchevole di alcuni punti importanti. Bisogna completarla. Altrettanto bisogna fare con le liberalizzazioni. Bisogna rendere più penetrante l’azione antitrust in favore della libera concorrenza. Portare a termine l’impegno di abolizione delle Province. Cambiare la legge elettorale basandola sui collegi. Dimezzare il numero dei parlamentari. Portare avanti la riforma fiscale. Difendere fino in fondo la riforma delle pensioni. Cambiare il welfare e creare un sistema generale di ammortizzatori sociali. E soprattutto investire nelle scuole superiori, nell’università e nella ricerca». Ti proponi come portabandiera e leader del Centro? «Non lo so ancora. Ma dentro di me qualcosa mi dice di no».

Polverini All’arrivo dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, rimpatriati a Ciampino da Kochi in India con un Airbus 319-CJ, è riapparsa in favore di telecamere la Polverini.

Gabriele Benedetto XVI ha annunciato di persona la grazia a Paolo Gabriele, il suo maggiordomo condannato a 18 mesi di carcere per furto. Colloquio di dodici minuti nel parlatorio della Gendarmeria. Anche l’altro condannato, il tecnico informatico Claudio Sciarpelletti (due mesi – sospesi – per favoreggiamento), sarà graziato. Gabriele andrà a lavorare in una delle quattro basiliche della Capitale. Impossibile telefonargli. La moglie Manuela Citti e gli altri familiari hanno opposto ai giornalisti un filtro implacabile.

Alitalia La crisi dell’Alitalia (appena 200 milioni di liquidità ancora in cassa) potrebbe essere risolta dalle Ferrovie dello Stato: i 20 azionisti messi insieme da Berlusconi nel 2008 potranno vendere le loro quote dal prossimo 12 gennaio, ma al momento non c’è nessun compratore, nemmeno Air France che possiede il 20% della compagnia. Mauro Moretti, ad delle Ferrovie, dominus ormai della rotta Roma-Milano e principale responsabile delle difficoltà della compagnia aerea, mesi fa aveva spiegato la sua strategia per Alitalia: rinunciare alle rotte brevi, concentrarsi su quelle madio-lunghe (Napoli-Parigi) e soprattutto sul trasporto verso l’Oriente vicino e lontano, i percorsi più richiesti in questo momento (Mucchetti CdS).

Miniera Una cinquantina di minatori della Rockwool (galleria Villamarina, impianto di Monteponi alle porte di Iglesias) si sono murati sotto terra e non hanno intenzione di venir fuori fino a che non gli sarà dato un lavoro. La Rockwool ha smontato i macchinari e portato la produzione in Croazia. I lavoratori, in cassa integrazione fino ad ora, da gennaio prenderanno dallo Stato 450 euro al mese (Pinna CdS).

Argentina In Argentina, dopo l’assalto di giovedì scorso al supermercato di Bariloche, città turistica ai piedi delle Alpi, i saccheggi ai grandi centri commerciali si sono moltiplicati, prima a Rosario, poi via via estendendosi fino alla provincia di Buenos Aires. La tecnica è sempre la stessa: un furgone aspetta all’ingresso di caricare televisori, computer e altri prodotti elettronici che una folla di apparenti scalmanati, dentro, porta via. Almeno 500 gli arresti. Due i morti. La crisi argentina del 2001 cominciò nello stesso modo. Il governo nega che il paese di oggi somigli a quello di dodici anni fa. Sotto accusa il leader dell’opposizione Hugo Moyano, capo del sindacato camionisti. Il paese è comunque effettivamente in difficoltà, i prezzi sono alle stelle, è vietato comprare dollari, ecc. (Cotroneo CdS).

Gela Alle dieci di venerdì sera, il disoccupato Giuseppe Licata, 42 anni, si è affacciato al balcone di casa sua al primo piano imbracciando un fucile da caccia Beretta Calibro 12 e ha cominciato a tirare sui passanti, gridando contro le tasse, la disoccupazione, soprattutto il pericolo che gli sequestrassero l’auto dato che non aveva i soldi per pagare l’assicurazione. Rada in un primo tempo, la gragnuola di colpi s’è infittita all’arrivo delle prime volanti: Licata aveva in casa 1.500 proiettili. Alle tre del mattino, essendosi radunati sotto il balcone cinquanta poliziotti e una decina di volanti giunte anche da Caltanissetta, si tenta un’ultima mediazione. Un gruppo di poliziotti sale su al primo piano, bussa alla porta e viene accolto da una scarica. L’agente Fabio Matteo Vaccaro è colpito in testa e perderà l’occhio destro. Gli altri rispondono al fuoco e poi sfondano la porta, trovando Licata morto in un lago di sangue e il vecchio padre di lui, paralizzato dalla malattia, a letto nel terrore. Nel pomeriggio la madre di Licata, Antonina, 70 anni, aveva portato il figlio in ospedale e qui avrebbero voluto trattenerlo. Ma proprio in quel momento Licata ha preso ad agitarsi e a gridare. In Gela, via Arica, quartiere Scavone, a ridosso delle palazzine di Macchitella costruite per i tecnici del Petrolchimico (Anello Sta).

Baget Bozzo Quando si troveranno i soldi, la salma di don Gianni Baget Bozzo sarà riesumata: dopo la denuncia della nipote Albertina Montano, che ha accusato il medico geriatra Patrizio Odetti di incuria, la procura di Genova vuole accertare bene le cause della morte, avvenuta l’8 maggio del 2009. Don Baget, prima craxiano poi berlusconiano, sospeso a divinis quando si candidò al Parlamento col Psi, diceva di se stesso negli ultimi tempi: «Sono un tumorato di Dio».

Coppie Giovedì, a Desenzano del Garda, è morta Italia Vaniglia, stroncata da un infarto. «Quattro giorni prima se n’era andato per sempre suo marito Febo Conti, pioniere dei quiz in tv. Ottantasei anni entrambi, cantante lei, lui storico volto di Chissà chi lo sa? nell’Italia degli anni Sessanta, le loro ceneri saranno sparse nel mare del Brasile, dove avevano casa. Si erano sposati nel 1953, un matrimonio lungo una vita e una vita che, quando l’altro viene meno, forse si fa fatica a vivere […] “Tecnicamente si chiama tako-tsubo, o sindrome del cuore infranto”, spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano e presidente della Società italiana di psichiatria. Il nome viene dal giapponese ed è quello della trappola per catturare i polpi: il cuore ne prende la forma strozzata. Cuore spezzato, senza metafore: “Un’emozione intensa come un lutto — continua Mencacci — può cambiare il ritmo cardiaco e la viscosità del sangue. I vedovi hanno un rischio tre volte maggiore di morire entro 6 mesi dalla scomparsa del coniuge”» (Giulia Ziino CdS).