Rassegna, 21 dicembre 2012
Caos in Parlamento su incandidabilità e firme
• Litigi e caos ieri in Parlamento. Al Senato si è arenato il decreto sulle liste pulite (incandidabilità e divieto di ricoprire cariche elettive e di governo per i condannati in via definitiva). Doveva essere licenziato dal Consiglio dei ministri, però mancava il parere del presidente della commissione Bilancio, il pdl Antonio Azzollini. «Un ritardo ingiustificabile» ha accusato il Pd. [Cavalli, Cds]
• Alla Camera intanto è guerra sul provvedimento che dovrebbe ridurre il numero di firme per la presentazione delle liste elettorali, dati i tempi stretti del voto. Il testo originale, elaborato dal Cdm, prevede uno sconto del 50% che diventa del 60% nel caso di gruppi costituiti in almeno uno dei due rami del Parlamento al momento dell’entrata in vigore della legge (ovvero Udc, Fli, Cn e Pt) e concede l’esonero per le componenti parlamentari create all’interno dei gruppi all’inizio della legislatura. L’emendamento che ha scatenato la bagarre in Aula è stato il cosiddetto «salva La Russa» che — con il parere favorevole del Comitato dei Nove della commissione Affari costituzionali — esentava dalla raccolta delle sottoscrizioni i gruppi che si fossero costituiti entro il 20 dicembre, ovvero ieri. Data di nascita, appunto, del movimento Centrodestra nazionale di Ignazio La Russa a Palazzo Madama. «I regali li porta Babbo Natale, non il Parlamento» dichiarava indignato Gianclaudio Bressa dei democratici. Il Pd perciò si è buttato sull’ostruzionismo. [Cavalli, Cds]
• «(…) I deputati hanno l’aria di passeggeri intrappolati su una nave in quarantena. Sanno che è finita ma devono restare al chiodo per questo decreto che ora passa in coda alla legge di Stabilità. In Aula parla anche Domenico Scilipoti (Movimento di responsabilità nazionale) che si lascia andare a un commiato: “Ho appreso molto da molti di voi. Però ora aprite al popolo, date la possibilità a chi vuole presentare le sue liste di farlo senza raccogliere le firme”». [Martirano, Cds]