La Gazzetta dello Sport, 22 dicembre 2012
Ieri sera Monti s’è dimesso e Napolitano comincia oggi le consultazioni di prammatica. Una formalità, perché è chiaro che non ci sarà nessun nuovo governo: questo resterà in carica per l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del nuovo esecutivo, dopo le elezioni
Ieri sera Monti s’è dimesso e Napolitano comincia oggi le consultazioni di prammatica. Una formalità, perché è chiaro che non ci sarà nessun nuovo governo: questo resterà in carica per l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del nuovo esecutivo, dopo le elezioni. Non è dunque corretto il numero diffuso ieri dalle agenzie di 401 giorni di durata dell’esecutivo. Se poi per caso dalle urne non uscisse un risultato chiaro e le manovre per la nascita del nuovo gabinetto si presentassero particolarmente complicate…
• Intanto bisogna sapere se Monti correrà o no.
Ne sapremo di più domenica, quando Monti, alle 11 di mattina, terrà la sua conferenza stampa. Lì scioglierà ogni riserva. Fino all’altro ieri la discesa in campo sembrava certa. Ieri s’è registrato qualche tentennamento. Ma deve esserci una pressione segreta anche da parte del Pd: un’alleanza di centristi sufficientemente forte (e senza Monti non lo sarebbe) disturberebbe parecchio Berlusconi e i suoi. Il Cav, come sa, continua a impazzare in radio e in televisione.
• Ma lo può fare? La par condicio…
La par condicio scatta 30 giorni prima della data delle elezioni e noi non sappiamo ancora quale sarà la data delle elezioni. Berlusconi replica a chi lo attacca con questo argomento: il Pd, grazie alle primarie, ha occupato tutti gli spazi radiofonici e televisivi per un sacco di tempo. Io manco dal video da un anno. E quindi… Si aspetti la guerra dei comunicati per la partecipazione domenica prossima alla Domenica
di Giletti. L’AgCom, e anche la Rai, hanno ricordato che, in base a una disposizione del 2006, le domeniche e i festivi del periodo natalizio non devono essere sfruttati dai politici. Ma Berlusconi replica che il periodo natalizio comincia il 24, mentre domenica è il 23… Il Parlamento sta però per fare uno scherzetto al Cav: il numero di firme necessario per far correre una lista alle elezioni sarà ridotto del 75%. Questo – forse – potrebbe consentire un election day il 10 di febbraio, giorno in cui si dovrà obbligatoriamente votare per le regionali del Lazio. Ieri, in Senato, s’è opposta la Lega, ma il provvedimento alla fine dovrebbe passare. Berlusconi punta ancora a spostare la data delle elezioni almeno al 3 marzo, se non al 10, cosa che gli darebbe più tempo per recuperare e farebbe slittare di un bel po’ la par condicio.
• A proposito di leggi approvate. Come ha fatto Monti a dimettersi? Non doveva, prima, passare la legge di Stabilità?
È stata approvata ieri in via definitiva, dopo un voto di fiducia, dalla Camera. Sono anche passati: il ddl di Bilancio di previsione dello stato per l’anno finanziario 2013, il Bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 e il decreto legislativo sull’incandidabilità di persone condannate in via definitva a due o più anni di reclusione per reati non colposi. Niente da fare invece per il cosiddetto svuotacarceri, un disegno di legge che prevedeva pene alternative al carcere e che avrebbe reso un po’ meno incivile la vita dei detenuti (in strutture che possono ospitare al massimo 45 mila persone sono costretti a vivere in 65 mila). La Lega ha inscenato una protesta in aula con cartelli e striscioni e Schifani ha rimandato il testo in commissione Giustizia. La Severino aveva detto che non si sarebbe mossa dal Senato fino a quando la legge non fosse stata approvata. «Sarebbe stata una pagina bellissima per concludere questa mia esperienza di governo. Invece vado via con amarezza anche se vi ringrazio per il sostegno che ci avete sempre dato».
• È stata anche la giornata dell’ultimo discorso di Veltroni.
Già, Veltroni, con D’Alema e altri, si è autorottamato. Ha preso la parola durante il dibattito sul disegno di legge Stabilità. «Com’è noto, non sarò più parlamentare. Colgo l’occasione per ringraziare tutti voi. In questi anni ho ascoltato anche le idee più lontane dalle mie. A chi sarà qui vorrei dire che il nostro paese non può tornare al tempo – che fu anche il tempo delle stragi – del debito pubblico alle stelle. L’Italia non può permettersi odio e immobilismo. C’è bisogno di una rivoluzione democratica. È una specie di maledizione dei Maya quella che riporta in televisione le parole che vengono da chi sembra che in questi anni sia stato in vacanza su Saturno, e non a Palazzo Chigi».
• Sarebbe Berlusconi.
Proprio così. Veltroni, a differenza di Bersani, non ha dubbi su Monti: «Sarebbe disonesto non riconoscerne il valore. Ha fatto molto e in poco tempo». [Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 22 dicembre 2012]