Rassegna, 18 dicembre 2012
Ingegnere italiano rapito in Siria
• Mario Belluomo, ingegnere elettrotecnico di 63 anni, originario di San Gregorio, alle porte di Catania, è stato sequestrato mercoledì scorso in Siria, a Tartus, assieme ad un russo, Viktor Gorelov, e ad un’altra persona che viene descritta come «russo-siriana» e che risponderebbe al nome di Abdul Sattar Khassoum. L’allarme però sarebbe stato lanciato solamente sabato scorso da Marco Zavarini, un ravennate che avrebbe fatto ingaggiare Belluomo in Siria «come libero professionista» e che avrebbe chiamato la Farnesina personalmente. Sembra che prima del sequestro nessuno avesse informato il ministero degli Esteri della presenza dell’ingegnere italiano nel paese mediorientale. Eppure risulta che Belluomo alloggiasse da tempo in un albergo di Tartus, la città siriana che ospita una grande base navale russa. Fonti bene informate rivelano che l’ingegnere era arrivato in zona addirittura lo scorso 29 settembre, quasi tre mesi fa, dunque. Chi segue il caso da vicino, inoltre, riferisce che il nostro connazionale, in questo periodo, ha effettivamente lavorato per l’acciaieria Hmisho Steel, malgrado, ieri sera, un responsabile dell’azienda abbia smentito la cosa all’Ansa. [Petrilli, Sta]
• Il ministro degli esteri, Giulio Terzi, la segue personalmente. La famiglia di Belluomo ha chiesto il silenzio stampa. Scrive Bonini su Rep: «È una corsa contro il tempo per chiudere entro due, tre giorni, e comunque un tempo ragionevole, una trattativa per il rilascio con quelli che si ritengono i sequestratori. Una trattativa che in qualche modo sarebbe cominciata con i canali che la Farnesina è riuscita a coltivare. Ma che va appunto chiusa prima che l’ostaggio possa essere scambiato di mano o venduto e dunque salga il prezzo della sua libertà. E dunque prima che un atto di banditismo si impasti con altre matrici di segno politico, il che renderebbe la matassa più difficile e costosa da districare».