Rassegna, 17 dicembre 2012
In Giappone tornano al potere i conservatori di Abe
• Le elezioni politiche in Giappone sono state vinte dai conservatori del Partito Liberaldemocratico (Ldp), che aveva governato dal 1955 al 2009 con soli 11 mesi d’interruzione. Il premier sarà Shinzo Abe, che già lo fu per un anno tra il 2006 e il 2007. Punito il Partito democratico che solo tre anni fa aveva stravinto elezioni storiche: il premier uscente Yoshihiko Noda ha chiesto scusa dimettendosi da leader e il 26 passerà la guida del governo ad Abe. Il quale, con circa 300 voti dell’Ldp sommati a quelli del Nuovo Komeito (espressione del gruppo buddhista Soka Gakkai) gli consegnano i due terzi dei 480 deputati. Maggioranza qualificata con la quale può bypassare la Camera alta che non controlla. [Del Corona, Cds]
• Abe, 58 anni, erede di una famiglia di politici. Il padre fu ministro degli Esteri. Il nonno Nobusuke Kishi altissimo dirigente nella Manciuria occupata, ministro del Giappone bellico, «criminale di guerra di classe A» (ma poi scagionato dagli Alleati), infine premier. Del Corona (Cds): «Nel 2006-7, più giovane premier del dopoguerra, Abe fu logorato dalle gaffe. Durante il suo mandato l’amministrazione pubblica smarrì milioni di posizioni pensionistiche e dopo passi di riavvicinamento alla Cina, Abe guastò tutto liquidando con leggerezza la questione delicatissima delle schiave sessuali delle truppe giapponesi in Asia negli anni ’30 e ’40».
• Dopo il risultato delle elezioni la Borsa di Tokyo è volata in apertura (+1,62%) mentre lo yen nei primi scambi della mattina è crollato ai livelli più bassi rispetto al dollaro dall’aprile del 2011. Spiega Del Corona (Cds) che la vittoria di Abe significa che la banca centrale nipponica potrebbe immettere maggiore liquidità nei mercati già questa settimana.